In effetti Basilotta da circa un anno conduce una “battaglia” contro i fiori ai funerali, al punto che lo scorso febbraio fece portare fuori dalla chiesa quelli offerti dai figli e dai parenti più intimi di una defunta, sostenendo che nella “sua chiesa” non devono rimanere “i fiori dei morti”. Solitamente questo tipo di omaggio floreale viene donato alla chiesa dove si celebra il funerale e posto su altari o ai piedi di simulacri, come ricordo della persona scomparsa. Ieri pomeriggio, invece, prima di celebrare il rito funebre, don Basilotta ha lasciato l’altare per uscire sul sagrato della chiesa e “invitare” le tantissime persone rimaste fuori perché il luogo di culto era gremito, ad “andarsene a prendere un caffè e ritornare dopo un’ora”. Anche durante l’omelia, sempre davanti a centinaia di fedeli, il sacerdote ha sostenuto che a Leonforte per 20 anni è riuscito a imporre queste regole e ha poi affermato di essere stato “minacciato” per avere tolto i nastri. Al termine della cerimonia tra amici e parenti dello scomparso, serpeggiavano stupore e rabbia per non avere avuto il piacere di vedere il proprio dono con la tradizionale fascia, ma anche per il rimprovero – ritenuto ingiusto – a quanti erano rimasti fuori dalla chiesa, data la quantità di persone che la affollavano.
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