Arrestato un palermitano autore di una rapina commessa alla Monte Paschi di Valguarnera

COMPAGNO GiuseppePiazza Armerina. Nella mattinata odierna, a conclusione di complesse e prolungate attività di polizia giudiziaria, i militari del Nucleo Operativo della Compagnia di Piazza Armerina, diretti dal Maresciallo Aiutante Robusto Antonio e coordinati dal Capitano Rosario Scotto di Carlo, in ottemperanza dell’ordinanza di applicazione della misura cautelare personale della custodia cautelare in carcere, emessa dal Tribunale di Enna – Ufficio G.I.P. – a seguito della richiesta avanzata dalla Procura della Repubblica, hanno tratto in arresto, Giuseppe Compagno, 29enne nato e residente a Palermo, coniugato, disoccupato, con diversi precedenti di polizia.
Anche in questo caso per Giuseppe Compagno l’accusa è di rapina aggravata in quanto commessa con minaccia e violenza. Con la recidiva specifica, reiterata ed infraquinquennale.
La rapina che l’Autorità Giudiziaria, concordando con l’attività investigativa svolta dagli investigatori dell’Arma, contesta a Giuseppe Compagno , è quella perpretrata il 28 Marzo 2014 alla filiale di Valguarnera della Banca Monte dei Paschi di Siena.
Ultimati tutti gli accertamenti, sia il PM – Dr. Fabio Scavone – che il G.I.P. – Dr.ssa Luisa Maria Bruno – hanno lavorato alacremente alla redazione della richiesta ed all’ordinanza di applicazione dell’odierna misura cautelare della custodia cautelare in carcere datata 2 gennaio.
È stato ricostruito che Giuseppe Compagno, in concorso con una persona rimasta ignota, al fine di procurarsi un ingiusto profitto, si impossessava della somma in contanti di Euro 7.685,00. Segnatamente, dopo essersi introdotto nei locali della filiale valguarnerese della Banca Monte dei Paschi di Siena, siti in Piazza Aldo Moro, mediante violenza e minaccia consistita nell’avventarsi, immobilizzandolo, contro il direttore della fililare nonché nello spintonare una impiegata ed al contempo nello strappare dalle mani dell’impiegato la chiave del cassetto dove si trovavano custoditi gli incassi, costringendo quest’ultimo ad azionare il dispositivo di apertura della bussola d’emergenza in modo da permettere al complice, travisato in volto, di far accesso all’interno dell’istituto e così di prelevare dalla cassa la somma di denaro suindicata.
L’attività info – investigativa svolta dai Carabinieri del Nucleo Operativo, iniziata subito dopo la commissione della rapina, è consistita nel visionare attentamente le telecamere a circuito chiuso della filiale oggetto della rapina nonché escutere a sommarie informazioni i dipendenti della banca.
Emergeva con chiarezza che uno dei rapinatori, quello entrato a volto scoperto, era un giovane dell’apparente età di trent’anni, siciliano, alto circa 1,85 mt., longilineo, occhi e capelli scuri.
Giuseppe Compagno Foto Rapina
Ai fini dell’individuazione si rivelava decisiva la disamina delle immagini captate dal sistema di videosorveglianza in dotazione all’istituto di credito ed il loro raffronto con quelle afferenti precedenti rapine consumate ai danni di altre filiali del medesimo istituto dislocate nelle province di Palermo, Agrigento e Messina. I fotogrammi ritraenti gli autori di ciascuno dei citati episodi mostrano, nitidamente, i tratti e le caratteristiche somatiche di un unico individuo, identificato proprio in Giuseppe Compagno che, quindi, nella sua carriera criminale, avrebbe già messo a segno diverse in tutta la Sicilia.
La successiva analisi di prelievo delle impronte digitali di quest’ultimo ed il raffronto con quelle carpite dal sistema di registrazione biometrica integrato nella struttura della bussola di accesso alla filiale consentiva di affermare la sicura appartenenza all’indagato dell’impronta del pollice della mano destra acquisita al descritto sistema Biodigit, essendo stata riscontrata la corrispondenza per forma, posizionamento ed orientamento, di ben sedici punti caratteristici identificativi.
L’esito degli accertamenti dattiloscopici consente, dunque, di identificare, inequivocabilmente, Giuseppe Compagno uno degli autori della rapina.
La comparazione tra i dati antroprometrici e quelli desumibili dai fotogrammi forniscono, ove occorra, ulteriore riscontro agli esiti certi dell’indagine dattiloscopica.
Per quanto sinora esposto l’Autorità Giudiziaria ha inteso emettere l’odierno provvedimento alla luce delle modalità dell’agire e della spregiudicatezza mostrata da Giuseppe Compagno, all’esistenza di un elevato pericolo di reiterazione del reato nonché in considerazione del suo vissuto criminale – gravato da precedenti penali per ricettazione, invasione di edifici, detenzione di sostanze stupefacenti – già recidivo e sospettato della paternità di analoghi fatti delittuosi.
L’arrestato è stato tradotto presso il carcere di Enna ove, allo stato detenuto, è a disposizione della Magistratura competente.
Sono tuttora in corso ulteriori indagini per risalire all’identificazione del complice che il 28 marzo 2013 “operò” a volto travisato.