Aree interne della Sicilia, imprenditori agricoli ed allevatori fanno rete e saranno parte civile nei processi per furti di bestiame

Furti di bestiameFurti di bestiame, incendi dolosi di capannoni, danneggiamenti ed ancora furti di mezzi agricoli. Nel silenzio delle campagne dell’entroterra siciliano, un gruppo di agricoltori ed allevatori di Palermo, Enna, Caltanissetta ed Agrigento, ha deciso di reagire sollevando la questione interessando le istituzioni e facendo rete. Sarà infatti presentata tra pochi giorni “ALA” Associazione Libera Allevatori, una rete destinata ad allargarsi a tutta la Sicilia costituita da imprenditori agricoli ed allevatori che avendo vissuto in prima linea, reiterati atti vili come l’abigeato o gli attentati incendiari ha deciso di alzare la testa costituendo una associazione capace di far prevenzione e dialogare con le istituzioni preposte al controllo del territorio. L’associazione ALA, il cui titolo è volutamente interpretabile in due modi, Associazione di Liberi Allevatori, o Associazione che libera gli agricoltori, nasce a pochi giorni dalla denuncia che un parlamentare nisseno ha sollevato sotto forma di interrogazione rivolta proprio al Ministero degli Interni ed a quello della Giustizia. L’interrogazione è quella depositata dal deputato del Nuovo Centro Destra Alessandro Pagano che così spiega le origini del suo intervento: “Tutto nasce dai numerosi furti di bestiame, prevalentemente ovini e bovini, registratisi in questi anni. Tutti, anche forze dell’ordine, stampa e magistratura, hanno ritenuto di trovarsi dinanzi a casi isolati. Gli allevatori, però, avevano capito che non era così. Come spiegato nell’interrogazione che ho presentato, sottoscritta anche da deputati di altri partiti, vi sono casi in cui è una vera e propria filiera criminale ad entrare in azione, con basisti che studiano la situazione degli allevatori e che fanno sì che gli animali possano essere portati via nottetempo, caricandoli sui camion. Per fare queste cose non basta una persona sola, non è tutto frutto della casualità. E’ un fenomeno che non si può sottovalutare e che incide anche sul Pil (Prodotto interno lordo): gli imprenditori colpiti da abigeato si scoraggiano e la qualità della vita si abbassa. Da qui, la necessità di fare qualcosa: nessuno ascoltava gli allevatori che hanno sollevato un grido d’allarme. Mi hanno interpellato e, dopo la mia interrogazione, hanno capito di non essere soli e che le istituzioni sono al loro fianco. Sono partiti i primi incontri e le prime denunce”. Gli allevatori associati avranno un legale e, cosa fondamentale, si costituiranno parte civile nei casi di furto di bestiame. Inoltre, è stato già chiesto la convocazione di un Comitato di sicurezza in Prefettura nissena con positiva risposta del viceprefetto dott.ssa Di Raimondo. Nell’ambito della predisposizione dello statuto, che sarà utile anche per iniziative comuni, vi è stata consulenza dell’Associazione Siciliana Sanità Veterinaria e di un legale.