La vendita è stata decisa nell’ambito di un piano di alienazione delle proprietà che l’Ipab Barone di Falco, non gestisce direttamente e dalle quali ricava utili in termini di affitti e concessioni. A deliberare la vendita è stato il consiglio di amministrazione della Di Falco, presieduto da Nicola Mazza e del quale sono consiglieri Salvatrice Rizzo, don Michele Pitronaci e suor Stellah Thommai. Il Cda nel luglio del 2014 aveva richiesto all’assessorato regionale alla Famiglia, l’autorizzazione a procedere alla vendita all’asta. L’assessorato 4 mesi dopo aveva richiesto documentazione aggiuntiva ed ha autorizzato la vendita lo scorso 3 febbraio. Il bando di vendita all’asta, con le indicazioni di tutti i lotti, l’estensione, la tipologia e il prezzo a base d’asta è stato pubblicato la scorsa settimana, dopo l’approvazione del Cda. Adesso il direttore dell’Ipab procederà alla composizione della commissione di gara. Una decisione, quella di vendere il grande feudo, che è destinata a suscitare polemiche e reazioni da parte degli affittuari, molti dei quali hanno contratti che risalgono anche a più di 80 anni fa.
GIULIA MARTORANA PER IL QUOTIDIANO LA SICILIA