In manette sono finiti Angelo Demetrico, titolare e presidente del circolo privato, 65 anni originario di Enna e residente a Castelmaggiore; Mario Vedelina, colui che «era solito ricevere dai clienti gli incassi delle prestazioni sessuali», 54 anni di Enna e residente a Poggio; mentre Alina Madalina Idriceanu, compagna romena del primo, 25 anni domiciliata anche lei a Poggio, risulta attualmente latitante. Una pioggia di accuse che vanno (a vario titolo) dal favoreggiamento, allo sfruttamento fino all’induzione alla prostituzione, alla violenza sessuale «per aver costretto una minore a compiere e subire atti sessuali». E sarà proprio quest’ultima, all’epoca dei fatti 17 anni, a ribaltare il pentolone e a mettere i carabinieri di Poggio Renatico e i colleghi del Norm di Cento sulle tracce dei presunti responsabili.
Tutto parte il 15 agosto scorso quando la ragazzina, arrivata in Italia da qualche mese, viene trovata dai militari sui binari della piccola stazione poggese con la precisa volontà di uccidersi. Sarà lei, davanti a inquirenti e 118, a raccontare mesi di soprusi e di inferno. Era stata portata in Italia da «un’amica più grande», la Idriceanu, e ‘venduta’ al compagno titolare del night Cueva, Demetrico.
Era stata costretta a svendere il proprio corpo in quel circolo privato che altro non era che una «casa di prostituzione», come lo definiranno gli inquirenti. Ogni privè costava 50 euro (se la ragazza si spogliava solamente) oppure 100 (se avveniva il rapporto sessuale). Dieci minuti al massimo ed era la Idriceanu a controllare e a spalancare la tenda per il cambio cliente.
«Delle somme ricevute – si legge dagli atti –, metà restava alla ragazza, metà andava a Demetrico». Era lui che aveva stabilito il tariffario e aveva ‘inventato’ una doppia contabilità che prevedeva l’uso di drink card per gli importi delle consumazioni e di fogli riservati e conservati vicino alla cassa per quelli derivanti dalla prostituzione. Garantiva poi alle ragazze un alloggio (in un’appartamento di Poggio Renatico) e, con Vedelina, le accompagnava al night. A tutte era vietato incontrare i clienti fuori dal locale. Vedelina, secondo la procura, era «il factotum della Cueva», colui che «provvedeva anche a ripulire i privè». L’indagine è durata cinque mesi.
da Il Resto del Carlino