Italkali e’ operativa dal 1980 ed e’ tra le principali aziende in Europa per l’estrazione, la lavorazione e l’esportazione di salgemma, conta 270 dipendenti ed ha chiuso il 2014 con un fatturato di 65 milioni di euro. La produzione mineraria e la lavorazione sono effettuate nelle miniere di Racalmuto, Realmonte e Petralia. La partecipazione della Regione Siciliana all’interno della societa’ Italkali e’ cessata lo scorso 31 dicembre. Entro 12 mesi la legge prescrive che all’ex socio pubblico venga liquidato in denaro il valore della partecipazione. Alla Regione subentreranno con diritto di prelazione gli attuali azionisti ed in seconda istanza eventuali nuovi soci. Tornando al progetto i costi di esercizio complessivo stimati ammontano a circa 110 milioni di euro. La costruzione dell’impianto, dopo tutti i via libera dal punto di vista burocratico, durera’ 18 mesi, in 24 sara’ a pieno regime con 900 persone impiegate nella realizzazione. Nel 2018 si dovrebbe avere il prodotto finito. Bassissimo e controllato l’impatto ambientale degli impianti che dovrebbero scaricare una salamoia molto simile, nella composizione chimica, all’acqua del mare. “La Regione, cessato il proprio ruolo di socio – ha sottolineato l’amministratore delegato dell’Italkali, Francesco Morgante – e’ chiamata a manifestare i propri intendimenti attraverso lo strumento vincolante della programmazione negoziata”. Ovvero un accordo vincolante tra Italkali e Regione che metta nero su bianco i tempi autorizzativi per portare avanti il progetto. “Senza questo passaggio – ha aggiunto – sara’ difficile annunciare un piano finanziario credibile”. “Il solfato di potassio – ha proseguito Antonino Scimemi, presidente dell’Italkali – e’ strategico e fondamentale nell’agricoltura biologica. La kainite da cui si estrae e’ presente in 11 paesi del mondo, e quella siciliana e’ la piu’ pura. Proviamo ad avviare di nuovo un percorso affinche’ l’Italia, attraverso la Sicilia, torni ad estrarre e produrre solfato di potassio”. L’Italia oggi infatti ne importa 200 mila tonnellate annue, sino al 1992, grazie ai giacimenti siciliani il paese era autosufficiente ed in grado di esportare il prodotto in esubero.