La voce di New York: Crisafulli oggi il ‘Cuffaro rosso’

Deputato regionale dal 1991 al 2006. Poi parlamentare nazionale fino al 2013. Quando Bersani lo mette fuori dalla lista. Oggi il ‘Cuffaro rosso’ potrebbe presentarsi alle elezioni comunali di maggio. Sfruttando il largo seguito popolare ed elettorale che gode nella sua provincia.
crisafulli il cuffaro rosso
Lo hanno messo fuori dalla porta, ma lui, Vladimiro Crisafulli detto Mirello, figura storica della sinistra siciliana, non solo è rientrato dalla finestra facendosi eleggere coordinatore provinciale del Pd ennese, ma adesso avrebbe già deciso di candidarsi a sindaco di Enna. La notizia, se dovesse risultare vera, è destinata a fare ‘scruscio’, come si dice in Sicilia, cioè a suscitare un dibattito che si annuncia acceso.

Mirello Crisafulli, classe 1950, una vita nell’ex Pci, è sempre stato al centro di polemiche, spesso pretestuose, per via del grande seguito politico ed elettorale che riscuote nella sua provincia. Tanto da meritarsi l’epiteto di “Cuffaro rosso”, con riferimento all’ex presidente della Regione siciliana, Totò Cuffaro, altro politico che godeva di grande credito tra gli elettori siciliani (oggi Cuffaro è caduto in disgrazia, visto che sconta una pena di sette anni, condannato per favoreggiamento alla mafia).

Crisafulli, dopo aver militato fin da ragazzo nel Pci (occupandosi di agricoltura, attività economica importante in provincia di Enna), è stato eletto al Parlamento siciliano nel 1991. E parlamentare di Palazzo Reale – la damascata sede di Palermo del Parlamento dell’Isola – è rimasto fino al 2006 (ha ricoperto la carica di assessore regionale dal novembre del 1999 alla primavera del 2000, nel primo governo siciliano di centrosinistra della storia della Sicilia). Poi si è candidato al Parlamento nazionale dove è stato rieletto nel 2008. Nel 2013, alle primarie del Pd, ha preso una barca di voti. Ma l’allora segretario nazionale del Pd, Bersani, lo ha bloccato. Su di lui c’erano troppo ‘chiacchiere’. Così i vertici del Partito democratico gli hanno impedito di tornare a Roma con metodi, forse, non troppo democratici…

Crisafulli non si è perso d’animo. E si è candidato alla guida di coordinatore del Pd in provincia di Enna. Dove è stato eletto con un plebiscito. Tra la rabbia dei renziani del Pd, che non lo sopportano. E, dal loro punto di vista, hanno ragione. Renzi è il capo del Pd nazionale e del governo: comanda in Italia, ma in Sicilia i renziani del Partito democratico sono una minoranza. Gli elettori siciliani non se li filano proprio. Da qui l’antipatia per Crisafulli, che invece gode di un grandissimo seguito elettorale nella sua provincia e un discreto seguito anche in altre provincie dell’Isola.

Crisafulli è stato coinvolto in alcune vicende giudiziarie. Alcune erano tutto sommato di un certo ‘peso’. Altre sembravano un po’ forzate, se non combinate dai suoi avversari politici che non riescono proprio a perdonare i suoi successi elettorali. La vicenda giudiziaria che ha incasinato Crisafulli risale al dicembre del 2001, quando a Pergusa – piccolo centro dell’Ennese noto per il suo lago, per l’autodromo e per il mito di Proserpina – ad un congresso delle Cgil scuola viene immortalato mentre discute con l’avvocato Raffaele Bevilacqua, un personaggio coinvolto in vicende mafiose. Nella terra del concorso esterno in associazione mafiosa Crisafulli non poteva che finire subito sotto inchiesta. Indagini che si concluderanno con un nulla di fatto.

Insomma, le poche inchieste nelle quali Crisafulli è stato coinvolto si sono sempre concluse bene per l’uomo politico. E sarà difficile se, come si sussurra, tra qualche giorno (nel Comune di Enna le elezioni comunali sono previste a maggio) dovesse porre la sua candidatura a sindaco di Enna, bloccarlo. Anche perché, dalla sua magari non avrà i renziani del Pd siciliano, ma avrà quello che i renziani del Partito democratico dell’Isola non hanno ancora dimostrato di avere: e cioè un largo seguito popolare.



Giulio Ambrosetti per “la voce di New York”
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