Catenanuova: si discute sulla rescissione del contratto con Acquaenna Ato idrico e autogesione

Catenanuova. Dopo l’attuazione di un iter condiviso dai cittadini sulla gestione rifiuti, sul problema caro-acqua, si vuole la rescissione del contratto con Acquaenna Ato idrico e l’autogesione dell’acqua oramai a euro 3.30 al m3, quando il parametro attuale dovrebbe aggirarsi su euro 1.72 L’amministrazione comunale con il vicesindaco Bua, il presidente del consiglio Castiglione, l’assessore all’ambiente Guagliardo e il capogruppo di maggioranza Papa, assieme ai comitati civici, forum dell’acqua, associazioni, a contrastare l’Ato ennese, che ha adottato tariffe esose e richiedendo il pagamento di partite pregresse dal 2005 al 2010, già prescritte e il pagamento di quel deposito cauzionale regolarizzato già dai cittadini anni fa nel momento della prima istallazione, ma non sono rimasti immuni anche cittadini contrattualizzati anche recentemente. “L’acqua dei nostri pozzi –afferma Bua- non è stata mai sufficiente e siamo stati costretti anche a pagare un reintegro per averne di più, ma è anche vero che quei pozzi sono di nostra proprietà per averli acquistati con il nostro consorzio intercomunale (Centuripe, Regalbuto e Catenanuova) e affidati in gestione all’Ato idrico, che apponendo contatori nelle strutture comunali, ci pone in grosse difficoltà finanziarie, paventando anche possibile dissesto nel bilancio.
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Bisogna dire che vi sono molte inadempienze dell’ente ed una riguarda il potere di captazione dei motori dei pozzi, per mancanza di manutenzione ed è giunta l’ora di correre ai ripari”. Una convenzione della durata di 30 anni con l’ente ennese, diventa subito l’argomento su cui lavorare per trovare una soluzione definitiva. “si può rescindere la convenzione?”, per gli esperti presenti si può, ma è l’avvocato Francesco Occhipinti, commissario liquidatore all’Intercomunale, a consigliare di valutare bene il capitolato e ove emergessero inadempienze di Acquaenna per quanto riguarda le tariffe, il personale, servizi non espletati, mancati interventi sul territorio, allora si potrebbe avviare azione giudiziaria per una risoluzione del rapporto, ma in ogni caso dovrà essere l’ente locale come partner ad avviare il ricorso. Si avvia quindi una class action verso l’ente ennese, condivisa non solo dai catenanuovesi, ma dall’intera provincia. Al termine dell’incontro, fissato per le ore 18 di martedi 31 marzo la composizione di un tavolo tecnico per avviare l’iter risolutivo.

Carmelo Di Marco