Il quinto NO a Crisafulli è ora venuto in modo chiaro dalla vicesegretaria nazionale Serracchiani, la quale ha anche aggiunto che in Sicilia si farà pulizia, a cominciare da Enna ed Agrigento. Tutto ciò è in linea con Renzi, che da tempo s’è impegnato a rivoltare il partito di Palermo per rigenerarlo. Ero presente alla Leopolda del 2013, quando fece questa promessa sostenuta dall’applauso degli almeno 8000 presenti.
Proviamo a puntare i fari, anche se non è facile, su questo P.D siculo che prima a maggioranza solida s’opponeva alla svolta renziana e disapprovava Crocetta, ed ora governa con quotidiane insicurezze, coopta a tutto campo, appare più renziano, però con il detto siciliano “cambiare tutto per non cambiare nulla“. Inoltre, difende tutela il PD ennese e le primarie democratiche di Agrigento con vincitore uno di Forza Italia. In questo contesto vanno interpretati fatti e dichiarazioni che pesano come macigni per la segreteria nazionale. Ne richiamiamo: 1) il segretario regionale Raciti viene ad Enna viene più volte per sostenere la candidatura. Se non è una sfida, è una atto politico perlomeno inconsueto. 2) il presidente Crocetta, anche se prima affermava che “non me ne frega niente di Crisafulli“, ieri ha chiesto l’intervento romano; 3) l’on Faraone, renziano della prima ma ora “il Faraone siculo” renziano dell’ultima ora, mantiene un rumoroso silenzio; 4) l’on Lumia, oppositore duro di Crisafulli e del suo essere nella vita pubblica, non si sente per nulla e si tiene ben lontano dagli ennesi; 5) l’on Fava , questa volta, pur di colpire Renzi e Crocetta afferma di sentirsi vicino a Crisafulli. Siamo alle convergenze parallele; 6) l’influente giornalista scrittore Buttafuoco, non potendo far mancare il suo “evviva Mirello”, ripropone l’attacco a Renzi ed a tutti i politici siciliani (escluso il suo amico). Se questo è lo scenario regionale dei democratici, si capisce perché a Roma il nostro è ingombrante, invadente e angosciante, ma a Palermo è decisivo in un Partito di Tribù con cacicchi vecchi e nuovi.
Pertanto, la vicenda non dovrebbe chiudersi come nel passato, ossia: Lui non è candidabile, ma del partito locale resti il dominatore con i suoi metodi e di quello regionale un cacicco che conta e decide.
La partita politica, invece, dovrebbe chiudersi senza compromessi o peggio senza pantomime da replicare nel futuro. O vincerà la segreteria di Renzi senza cedere nulla, decidendo sul commissariamento del Partito di Enna. Oppure s’affermerà la linea del partito siciliano, il quale ha subito e non voluto Renzi.
Siamo solo agli inizi. E per essere, come suole dirsi, politicamente corretta è propedeutico parlare di Crisafulli per quello che è stato ed è, rappresentando i fatti, le vicende, i suoi metodi, la sua idea della politica e delle istituzioni. Solo così si stimerà il grado di conciliabilità suo con il P.D non tanto siciliano ma nazionale.
Insomma serve una operazione per una verità oggettiva, facendo emergere tutto. Su essa con altri interventi, speriamo di dare un utile contributo.
a cura di Enzo Cimino