Liberi Consorzi. Al voto!

renudoLe vicende accadute ieri a Palazzo dei Normanni con la bocciatura della Legge di Riforma delle province sono il chiaro annuncio del fallimento del governatorato Crocetta.

In ordine di tempo il Presidente è stato battuto su diversi fronti, in primis su quello della sua pretesa rivoluzione, naufragata tra nomine, ruggini, consorterie, cambi di casacca, poi su quello, fondamentale, della finanza pubblica siciliana. L’isola è al baratro, alla canna del gas, milioni di siciliani attendono che arrivi a casa la notizia che il Comune, la Provincia, le Regione, l’Ente di cui fanno parte o dal quale attendono oramai da mesi e mesi pagamenti, sia fallito. L’economia si è gelata, non si muove foglia.

Ancora le vicende del MUOS con dichiarazioni paradossali del Governatore, ricordiamo tutti l’accusa di mafiosità rivolta al movimento, e con una acquiescenza alle direttive straniere poi sonoramente castigata dalle decisioni della Magistratura, o quelle delle concessioni di ricerca mineraria e petrolifera in luoghi che il mondo ci invidia per la delicatezza dei paesaggi.

Infine le rotte politiche, maldestre, zigzaganti, improntate a facili isterismi, a prese di posizione troppo personali e spesso non corroborate dal confronto con gli esperti, peraltro sempre pagatissimi.

L’elenco sarebbe troppo lungo, caso Cartabellotta Click day, caso Sgarlata/Basile tanto per non dimenticare i fiaschi più sonori.
Oggi con questa sonora sberla, il Parlamento dimostra di esistere, di avere preso una decisione che deve essere portata alle estreme conseguenze.
Oggi si deve andare al voto, Crocetta deve dimettersi o deve essere sfiduciato, questo Governo non ha più nulla da raccontare ai siciliani.

Potrà dispiacere che alcune avventure amministrative tutto sommato interessanti vengano interrotte dalla crisi, penso al Caleca, ma questi siciliani sanno già di essersi seduti al posto giusto nel momento più sbagliato.

Se veramente si avrà un nuovo Governo allora si potranno riannodare i fili, quelli giusti, tra il Governo regionale e la Sicilia che c’è, che vuole ancora vivere e che ai proclami roboanti preferisce una normalità tesa alla legalità, alla giustizia, alla funzionalità del pubblico settore.
C
rocetta se ne farà una ragione, potrà trovarsi un angolino da cui continuare a sparare a zero contro i poteri forti, e così piacerà di nuovo, meno arcigno ed isterico e più costruttivo, volterà pagina e con lui la corte che oggi opprime Palermo con una incapacità di manovra che è sotto gli occhi di tutti.

Il Re è nudo e ce ne siamo accorti tutti.

Giuseppe Maria Amato

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redazione-vivienna