Si tratta di un evidente malcostume che mette alla ribalta le cause del cancro della politica : la totale inclinazione ed attitudine a contravvenire alle norme legislative e la concezione di trattare la cosa pubblica come estranea e non come bene comune.
Quanto alla prima, la copiosa normativa che regolamenta il settore delle affissioni abusive, è nata dalla specifica esigenza avvertita dal legislatore di moderare da una parte gli eccessi propagandistici che si verificano in occasione delle consultazioni elettorali e dall’altra di assicurare ai cittadini, ai partiti ed alle organizzazioni politiche, parità di condizioni per la propaganda elettorale, eliminando i privilegi determinati da maggiori possibilità finanziarie, il tutto nel rispetto e tutela estetica della città. Pertanto chi permette una affissione fuori dagli appositi spazi a ciò destinati dal Comune, non solo effettua una campagna elettorale illegittima ed incivile ma evidenzia da parte del partito, del candidato e dei simpatizzanti e sostenitori la totale mancanza di rispetto delle regole esistenti con ovvie ed evidenti conseguenze negative a carico dell’intera cittadinanza.
Quanto alla seconda, concausa della prima, tutto ciò continua ancora ad oggi ad accadere per la concezione negativa della cosa pubblica, concepita come qualcosa di estraneo, che non ci appartiene, da utilizzare a nostro piacimento e per un proprio tornaconto.
Perché a nessuno verrebbe mai in mente di deturpare le mura della propria casa ma di quelle della città poco importa!!
Questo atteggiamento è sintomatico e si ripercuote in ogni decisione che viene e verrà presa da chi si trova ad Amministrare una comunità.
Concludono i pentastellati ennesi: “Solo la consapevolezza e coscienza di utilizzare la cosa pubblica come propria può ovviare ad una Amministrazione scellerata, dimostrando un nuovo, pulito e sano modo di intendere e di fare politica per cambiare definitivamente le sorti della nostra città”.