Enna. Escono da scena elettorale, il PD di Renzi (quanta tristezza) i simboli centrodestra (la diaspora ennese) ed il sindaco Garofalo (nessuno l’ha visto)

Enna-Paolo_GarofaloEnna. Da mercoledì 6 maggio ci sono noti, oltreché i quattro candidati sindaci, le otto liste per il Consiglio comunale. L’elettore dovrà far emergere da esse con il suo voto un corpo dirigente politico che dovrebbe portare il peso enorme del Governo della Città. Ovviamente non con le spalle ma con la testa. Gli sfiduciati pensano che non ce la faranno, come nel quinquennio passato, né con le une né con l’altra. Semmai si limiterebbero a strascicare il Municipio come un oggetto che alza solo polvere. Noi non vogliamo sentirci tali, anche se le vicende più o meno recenti spingono in tal senso. Nostra proposito invece è quello di fissare ciò che viene presentato come scenario ordinato di persone ed idee di governo. Intanto, indichiamo quel che manca. Nessuno ci ha badato, ma è sparito il sindaco ricciolino Garofalo. A dire il vero, esce di scena come quando vi entrò. Crisafulli, se rammentate, lo estrasse dal suo cilindro del potere, così come con esso ora lo fa svanire. Insomma, grazie al prestigiatore, per 5 anni abbiamo avuto il sindaco coniglietto! Si sa, da noi succede che va scordato quelle volte che il Dominatore mette in campo la pochezza spansa. Tanto Lui (Enna sono Io) ritiene di poter dire e fare ciò che vuole!
Manca pure, il simbolo del P.D. In questo caso, scattano rabbia e sconforto, prescindendo se si è o meno sua elettrice e suo elettore. Chi lo doveva dire: il primo partito italiano ridotto a scendiletto da coloro che ne hanno preteso la titolarità sentendosi possessori. Non dimentichiamo le rudi frasi: “il P.D sono Io“ e “ad Enna vinco anche con il sorteggio”. Ci domandiamo: questo partito merita tanto scredito dai suoi dirigenti siciliani, noti dalemiani e antirenziani ?
Mancano pure i partiti ufficiali del centrodestra. Perché? Faticoso rispondere, essendo presenti di fatto con liste locali di sostegno. Su come si disporrà il suo esteso elettorato è difficile immaginarlo. L’assenza di un loro candidato a sindaco riconosciuto come tale peserà nella campagna elettorale, a nostro avviso, in modo rilevante. Purtroppo, la loro diaspora locale e la loro nota crisi nazionale contraddistinguono tutta la debolezza dei ruoli che si sono dati.
Escono dalla scena elettorale, dunque, Il Partito Democratico, i Simboli del Centrodestra e, dulcis in fundo, l’inavvertito Sindaco.
Sono assenze che portano a dire che anche la Politica ad Enna è al capolinea. Intendiamoci, la Politica corroborata dalle passioni civiche e che diventa sostanza con le idee, i programmi e una visibile cultura di governo. Il resto, è noia!
Evidentemente, se non ci sono loro, saranno altri gli attori a dominare la scena. Tralasciando l’uscita del sindaco attuale perché il suo era un ruolo di comparsa, la mancanza dei simboli nazionali è stata voluta non tanto per dare centralità alle tematiche ennesi, che a tutt’oggi stentano ad affiorare, ma per mere logiche di potere e di ciò che si vorrà farne del nostro Municipio. Una partita tutta ennese, dunque. Il che potrà tornare a beneficio dell’elettore il 31 maggio ed il 14 giugno al ballottaggio. Resta sospeso un interrogativo: ci saranno confronto e scontro, chiarezza e coerenza; e scompariranno ipocrisia e banalità, furbizie e pochezza ? Una risposta vorremo darla in avanti.

Vincenzo Cimino