Cimino a Salerno: i meditabondi e gli spensierati
Enna-Politica - 28/05/2015
Tirato in ballo nell’editoriale dal titolo: Cataldo Salerno: la storia, la geografia e il sindaco di Enna, Vincenzo Cimino non ci sta e replica con una nota, anch’essa abbastanza dura sulla situazione politica del centro sinistra ennese, anche in questo caso non entriamo nel merito e per correttezza riportiamo integralmente quanto pervenuto:
Eppure, qualche argomento riesce a posarlo sul tavolo della discussione, naturalmente depurato dai livori e rudezze che riempiono il suo dire. Con la pacatezza del meditabondo soave tiriamo dal suo stagno tre temi che hanno un ancoraggio certo sulla Città: Il PD ennese; La classe dirigente per il Comune; L’Università Kore e la Politica.
a) Il Partito Democratico nostrano. Non è una forzatura l’ idea diffusa che esso è sostituito da un altro, il PdC (il partito di Crisafulli il cui slogan è “il PD sono Io”). Tant’è che il suo simbolo è stato accantonato perché, prima con Fassino, Franceschini e Bersani ed ora con Renzi, Crisafulli e il PD nelle elezioni sono inconciliabili. Si sottolinea il fatto che ricopre, però, la carica di segretario provinciale, dopo, però, aver negato la tessera a centinaia di persone perbene ed avere escluso i renziani. Sta qui tutta la contraddizione di questo partito che in Sicilia fa del male a sé stesso ed ai suoi elettori. Ha fatto vittime illustri come Galvagno, Termine e dirigenti locali dignitosi, e pure militanti come Dipietro e Girasole, e se volete come Cimino, il cui torto è quello di voler militare nel PD di Renzi, e non nel PdC di Salerno. Ne deriva che il voto di Enna ha una valenza non solo locale.
b) La classe dirigente comunale. Anche le mura sanno che dal 2010, e prima, sul Comune ha messo mani e testa il candidato Crisafulli, posizionando un gruppo d’esecutori della sua volontà. È stata una gestione disastrosa, al punto di rifiutare, tanto per un richiamo tra i molti, il Piano Regolatore dovuto per legge. Ma quale Città ci consegnano, se non il capoluogo siciliano che soffre di più? Enna è quella delle 3I : Inviluppo economico – Isolamento territoriale e Inaridimento sociale. C’è chi dice che “ Enna pensa solo a consumare il Presente pur di non ragionare sul Futuro, abolendo il Passato. Il voto servirà a scegliere o il gruppo dirigente crisafulliano per la sua conferma o l’altra, di stampo PD, per una nuova, anche se inedita, stagione politica.
c) L’Università Kore e la Politica. Guai a negarlo: è stata la grande vittoria storica del nostro territorio! L’unica nei decenni segnati da sconfitte e fallimenti. Guai a negare che ha avuto i suoi protagonisti, ove primeggia Salerno. Ciò detto guai, però, a negare la trasparenza del suo governo e la linearità nella sua gestione. Sotto forma di domande, volendo osare, manifestiamo dei dubbi e disaccordo.
E’ legale o no che presidente e consiglio d’amministrazione siano eletti a vita o fin quando vorranno, grazie ad una furbata statutaria?
E’ ammissibile o no che la Kore sia iperpoliticizzata per la presenza invadente di personaggi ben conosciuti?
È da smentire o no che si può lavorare o avere accesso solo se s’ è graditi al gruppo di potere locale, così come in taluni Enti?
E’ condivisibile o no che si dia concretezza all’idea del 4° Polo Universitario per l’estensione dell’Alta Formazione siciliana di respiro mediterraneo costruendo rapporti con la Facoltà di Medicina di Caltanissetta?
È utile o no allocare le sedi delle facoltà anche ad Enna Alta recuperando manufatti vuoti, come la ex Telecom e Banca d’Italia?
L’elenco è lungo, ma ci basta per tentare d’aprire appena il portone di un luogo che non sempre è di facile varco od osservabile. Sono domande che rivolgo agli Ennesi e non a Salerno, il quale essendo rare volte meditabondo scivola verso la parzialità e, se va su di giri, può usare le parole come sputi”.