Cimino a Salerno: i meditabondi e gli spensierati

Tirato in ballo nell’editoriale dal titolo: Cataldo Salerno: la storia, la geografia e il sindaco di Enna, Vincenzo Cimino non ci sta e replica con una nota, anch’essa abbastanza dura sulla situazione politica del centro sinistra ennese, anche in questo caso non entriamo nel merito e per correttezza riportiamo integralmente quanto pervenuto:

Enzo Cimino

Enzo Cimino

“È’ impossibile rinvenire negli interventi del presidente a vita (caso unico in Europa!) dell’Università Kore Cataldo Salerno stimoli e spunti per una civile discussione elettorale centrata sulla Città e il governo del suo Municipio. La ragione è semplice: la sua naturalezza spensierata-gioconda si miscela con il suo istinto alla faziosità. Insomma, tenta di difendere il suo ben noto mentore cercando di duellare con chi non si sente attratto dalle sue sfide.
Eppure, qualche argomento riesce a posarlo sul tavolo della discussione, naturalmente depurato dai livori e rudezze che riempiono il suo dire. Con la pacatezza del meditabondo soave tiriamo dal suo stagno tre temi che hanno un ancoraggio certo sulla Città: Il PD ennese; La classe dirigente per il Comune; L’Università Kore e la Politica.
a) Il Partito Democratico nostrano. Non è una forzatura l’ idea diffusa che esso è sostituito da un altro, il PdC (il partito di Crisafulli il cui slogan è “il PD sono Io”). Tant’è che il suo simbolo è stato accantonato perché, prima con Fassino, Franceschini e Bersani ed ora con Renzi, Crisafulli e il PD nelle elezioni sono inconciliabili. Si sottolinea il fatto che ricopre, però, la carica di segretario provinciale, dopo, però, aver negato la tessera a centinaia di persone perbene ed avere escluso i renziani. Sta qui tutta la contraddizione di questo partito che in Sicilia fa del male a sé stesso ed ai suoi elettori. Ha fatto vittime illustri come Galvagno, Termine e dirigenti locali dignitosi, e pure militanti come Dipietro e Girasole, e se volete come Cimino, il cui torto è quello di voler militare nel PD di Renzi, e non nel PdC di Salerno. Ne deriva che il voto di Enna ha una valenza non solo locale.
b) La classe dirigente comunale. Anche le mura sanno che dal 2010, e prima, sul Comune ha messo mani e testa il candidato Crisafulli, posizionando un gruppo d’esecutori della sua volontà. È stata una gestione disastrosa, al punto di rifiutare, tanto per un richiamo tra i molti, il Piano Regolatore dovuto per legge. Ma quale Città ci consegnano, se non il capoluogo siciliano che soffre di più? Enna è quella delle 3I : Inviluppo economico – Isolamento territoriale e Inaridimento sociale. C’è chi dice che “ Enna pensa solo a consumare il Presente pur di non ragionare sul Futuro, abolendo il Passato. Il voto servirà a scegliere o il gruppo dirigente crisafulliano per la sua conferma o l’altra, di stampo PD, per una nuova, anche se inedita, stagione politica.
c) L’Università Kore e la Politica. Guai a negarlo: è stata la grande vittoria storica del nostro territorio! L’unica nei decenni segnati da sconfitte e fallimenti. Guai a negare che ha avuto i suoi protagonisti, ove primeggia Salerno. Ciò detto guai, però, a negare la trasparenza del suo governo e la linearità nella sua gestione. Sotto forma di domande, volendo osare, manifestiamo dei dubbi e disaccordo.
E’ legale o no che presidente e consiglio d’amministrazione siano eletti a vita o fin quando vorranno, grazie ad una furbata statutaria?
E’ ammissibile o no che la Kore sia iperpoliticizzata per la presenza invadente di personaggi ben conosciuti?
È da smentire o no che si può lavorare o avere accesso solo se s’ è graditi al gruppo di potere locale, così come in taluni Enti?
E’ condivisibile o no che si dia concretezza all’idea del 4° Polo Universitario per l’estensione dell’Alta Formazione siciliana di respiro mediterraneo costruendo rapporti con la Facoltà di Medicina di Caltanissetta?
È utile o no allocare le sedi delle facoltà anche ad Enna Alta recuperando manufatti vuoti, come la ex Telecom e Banca d’Italia?
L’elenco è lungo, ma ci basta per tentare d’aprire appena il portone di un luogo che non sempre è di facile varco od osservabile. Sono domande che rivolgo agli Ennesi e non a Salerno, il quale essendo rare volte meditabondo scivola verso la parzialità e, se va su di giri, può usare le parole come sputi”.