Enna: il dado è tratto

Enna. Il dado è tratto, la Città chiude con il crisafullismo.
E’ la fine anche del “rachitismo politico” del PD siciliano?

enna piazza VI dicembre festa dipietroIl voto è come il treno che si ferma al capolinea per poi ripartire. Si scende per decidere chi deve risalire e chi va alla guida della locomotiva. Enna ha scelto: il Sindaco Maurizio Dipietro sarà alla guida per uno splendente ed entusiasmante viaggio di questo nostro Municipio assieme a tanti altri che sono entrati in campo per chiudere il lungo periodo di un Potere locale divenuto ormai totalizzante, autoreferente e inservibile. È un voto che è un no gridato all’ex sen. riconosciuto non solo impresentabile, ma anche ingombrante. Sarà ricordato come il tentativo di dare al P.D siciliano anche l’ identità del “crisafullismo“, già entrato nel linguaggio politico siciliano per definire quella politica, tanto vecchia quanto spesso riproposta, che si ritrova nelle zone grigie e melmose della vita pubblica perché non accetta i confini segnati dalle virtù civiche e dalle regole scritte e non scritte.
Ritorneremo su questo tema per esaminare con meno emotività e più distacco la complessità delle vicende nostrane degli ultimi 15 anni che hanno visto Crisafulli protagonista segnandone gli sviluppi.
Ora che il dado è tratto, ed Enna vanta “un Sindaco, non un padrone”, vediamo di capire meglio l’elezione di Dipietro nel contesto ennese, innanzitutto. Lo schieramento del 2° turno s’è caratterizzato per la forte impronta localistica. Si è privilegiata, infatti, la nostra specificità ove i tasselli sono stati messi al posto giusto con intelligenza. A partire dalle forze in campo rese coese con il tandem Dipietro – Girasole protagonisti con Solfato di 5 stelle del 1° turno delle elezioni. Tutti e tre hanno dato messaggi che hanno portato alla naturale scelta di campo da loro indicata prima, ossia affrancare la Città dal crisafullismo. Ciò ha responsabilizzato gli elettori del mondo progressista nel far proprio il progetto di rottura con il passato comandato da Crisafulli.
Vitali sono state le figure più rappresentative del Centrodestra locale, le quali senza ricercare visibilità e protagonismi personali hanno spinto il loro elettorato moderato ad affidarsi a Dipietro, il cui percorso politico è stato sempre dentro l’area della Sinistra storica. Hanno insomma dimostrato di favorire gli interessi della Città a quelli politici, ma di parte.
Per dirla in breve, con Dipietro c’è stata coralità, sentendosi accomunati dal dovere di: a) liberare Enna dalla nebbia dei poteri forti e favoriti, b) mettere in campo una nuova classe dirigente locale, c) fare del Comune il governo normale della Città.
Appaiono impegni futuri più da leggere sulla carta che da realizzare. Così non è e non può essere, diversamente sarebbe un inganno per gli ennesi.
Infine, essendo come si sa uno di lunga appartenenza politica, chiudo con un aspetto della sconfitta di Crisafulli, messo in campo contro la volontà di Renzi ed imposto dai vari cacicchi del P.D siciliano, ossia i vari Bianco, Faraone, Capodicasa e altri notabili vecchi e nuovi. Questi hanno colpito duramente la credibilità di questo partito che oggi governa l’Isola con le non poche incoerenze e improvvisazioni di Crocetta. Non può uscire dalla scena il solo Crisafulli, ma il segretario Raciti che ha perso ad Enna, Agrigento e Gela con il suo rachitismo politico.

Vincenzo Cimino

La foto si riferisce al comizio di ringraziamento del neo Sindaco ennese Maurizio Dipietro