Da questo quadro politico frammentato, è necessario ripartire. Crisafulli deve dimettersi da segretario provinciale del PD ennese. Ha investito tutto sulla sua vittoria ad Enna, perdendo. Ha cercato di piazzare i suoi in provincia, perdendo nei comuni con più abitanti. Ciò vuol dire che il PD di Crisafulli deve essere superato, promuovendo un’altra idea e modello di partito, nel quale ognuno è libero di aderire e partecipare, senza dover dimostrare fedeltà a nessuno. In questa competizione ha vinto la libertà di scegliersi il proprio candidato, senza preclusioni e condizionamenti di sorta. Una scelta di libertà, non altro. Se Crisafulli non dovesse dimettersi, chiederemo il commissariamento, iniziando comunque ad organizzare il vero partito democratico, con quanti liberamente vorranno partecipare; poi si vedrà. Non si comprendono, inoltre, le dichiarazioni di Crisafulli, quando addebita a Renzi la sua sconfitta. Renzi e l’intera segreteria nazionale hanno dichiarato di non volere la sua candidatura a sindaco di Enna. Crisafulli li ha sfidati: perdendo. Stare in un partito vuol dire accettare le regole. Diversamente si va fuori. Perché il partito non è una porta girevole, come da lui stesso ribadito nel corso delle primarie del 2013, quando impedì che votassero gli amici dei suoi nemici. Prendersela con Renzi per la sconfitta vuol dire, semplicemente, vivere fuori dalla realtà. Affermare di aver perso a causa della riforma della scuola è oltraggioso. La verità è che Crisafulli non si rassegna alla sconfitta sua e dell’intera classe dirigente che ha governato l’Italia e la Sicilia negli ultimi vent’anni. Quando, inoltre, detenendo ruoli, si lanciano sfide e si perdono occorre trarne le conseguenze e dimettersi. Diversamente è troppo comodo e poco onesto. Dopo aver detto che non condividevamo la sua candidatura, abbiamo osservato un religioso silenzio, per rispetto istituzionale. Non abbiamo parlato, neanche quando il segretario regionale Raciti ha affermato che la mancata utilizzazione del simbolo del PD, da parte di Crisafulli, era un fatto tecnico.
Ma non si può pensare di offendere l’intelligenza altrui. Il PD nazionale non voleva Crisafulli. Raciti lo ha sponsorizzato, dichiarando perfino di voler esportare il modello Enna a Palermo: una parte di PD, un pezzo di UDC un altro pezzo di NCD e così avanti. Comprendiamo. Di Raciti, Crisafulli è stato il principale elettore. Comprendiamo anche però, a questo punto, perché la Sicilia sta crollando. E’ governata da una classe politica che sembra vivere altrove, concentrata unicamente a perpetuare se stessa, che anche quando anagraficamente è giovane, dimostra di esser più vecchia di coloro che vecchi lo sono davvero. Giuliano da Empoli nel suo ultimo libro riporta quanto scritto all’ingresso di una celebre osteria romana: “Qui non muore mai nulla”. E’ invece necessario che qualcosa cambi. Siamo stanchi di essere rappresentanti da burocrati di partito, che nulla conoscono della realtà quotidiana. E quando si perde è doveroso passare la mano. Altrimenti, ognuno sarà legittimato ad organizzarsi come meglio crede.
Il sorteggio, questa volta, è andato male. Tuttavia, Crisafulli è uomo di talento, ha dimostrato di essere capace su più fronti, lasci la politica per dedicarsi ad altro! La tanto declamata facoltà di Medicina è per tutti una speranza ed una potenziale risorsa. Si dedichi con più impegno a raggiungere l’obiettivo e noi lo sosterremo lealmente. Ma pensare che nulla cambi, è illusorio. In queste elezioni Crisafulli non ha capito una cosa fondamentale: di essere inattuale. Schierarsi contro Renzi e Crocetta ha indebolito ulteriormente la già fragile realtà provinciale. Non occorre essere chiromanti, per comprendere come la gestione del potere, se dissociata da quella della politica, lascia marginale la realtà dove si vive. Oggi le scelte vengono effettuate in luoghi diversi, da dove poi opereranno gli effetti. Un qualsivoglia Comune subisce le scelte sul patto di stabilità, ancorché abbia potenzialmente disponibilità economica da poter utilizzare. Ciò significa che è necessario essere in sintonia con quanti governano a livello superiore, poiché diversamente il pericolo di rimanere marginali aumenta. E’, quindi, evidente, come scontrarsi con Renzi è da miopi, perchè la provincia di Enna ha la necessità di muoversi in sintonia con la Regione e lo Stato, vista la sua intrinseca debolezza. Contrapporsi, per puro calcolo personali, significa rendere sempre più precario il già fragile tessuto territoriale. La rivoluzione di Renzi la condividiamo fino in fondo. Siamo convinti che sia l’unica vera alternativa alla stagnazione politica attuale. Sappiamo delle difficoltà, ma confidiamo in un futuro diverso, nel quale il rinnovamento politico sia autentico e sia in sintonia con la nuova epoca. A Crisafulli dedichiamo le considerazione del grande rivoluzionario francese Joseph de Maistre, il quale, con le dovute differenze tra oggi ed allora, scrisse sulla rivoluzione francese: “…Bisogna avere il coraggio di ammetterlo, abbiamo frainteso la rivoluzione della quale siamo testimoni; a lungo l’abbiamo presa per un evento. Ci sbagliavamo: è un’epoca”.
Coordinamento provinciale area Renzi provincia di Enna