Dimenticare il voto di Enna! Sarà la parola d’ordine del PD siciliano?

Dimenticare il voto di Enna!
Sarà la parola d’ordine del PD siciliano?
di Enzo Cimino

buttafuoco crisafulli sandaliDimenticare Enna! Repubblica di Palermo e Buttafuoco (il giornalismo che pontifica) non magnificano più il politico Mirello, aggredito perché, a loro dire, sarebbe voluto dai suoi paesani per il suo far benefico. Bianco e Orlando (ricordati più per il passato lontano di sindaci innovatori che per il loro presente) non auspicano più Crisafulli Sindaco, che con Loro avrebbe qualificato le municipalità isolane. La cordata di personalità PD naz.li e regi.li (solo l’ex presidente della Regione Capodicasa gli è rimasto accanto) s’è slacciata dopo aver fatto dell’ex sen. un’arma spuntata mirata su PD di Renzi.
A chiudere il cerchio ci ha pensato buona parte della stampa liquidando il voto ennese con un abbaglio, ossia vittoria del centrodestra sul centrosinistra. Non è vero! Non fosse altro perché ad Enna il primo è inesistente e il secondo non sta con Crisafulli. Basta andare oltre le devianti etichettature per una lettura autentica di quelli che erano in campo. Stanno lì davanti a tutti, ossia le liste locali espresse da persone con le loro storie e le loro convinzioni. Si sono formate avendo di fronte il tema predominante, ovvero l’assalto di Crisafulli al Municipio in prima persona. Niente più lo yes-man devoto (vado via quando me lo ordini), ma lui in persona per rafforzare il crisafullismo come idea riconosciuta dal PD e dalla politica isolana. Valgono per tutti l’evviva Mirello di Buttafuoco, il perdono assolutorio di Fava, l’abbraccio dei sindaci Orlando e Bianco, il silenzio malizioso di Lumia e Faraone. E’ roba non da poco che ci riporta al primo aspetto del voto ennese: la sua proiezione politica fuori dai confini comunali. I vincitori? In tanti, ma non etichettabili di centrodestra, che a Enna non s’è proposto. Gli sconfitti? In tanti, ma non PD di Renzi assente ufficialmente, e pur vituperato, e manco il centrosinistra inesprimibile con le liste crisafulliane e i cuffariani.
Ed allora? Basta osservare i candidati sindaci e liste di sostegno che, hanno persone con storie e idee, lette bene dall’elettore. Soffermiamoci sulla ragione forte delle liste locali: avere marcato la marginalità dei Partiti regionali pur di coprire i vuoti enormi creatisi. E qui sta il secondo aspetto del voto. Se i partiti non ci sono, la politica sul territorio cittadino si manifesta, è vero, con l’antipolitica, il populismo e l’astensionismo; ma pure con questa formula, aggregazioni dal basso, cosa diversa dal classico localismo spesso fonte di trasformismo. Nascono con solidi motivazioni per andare oltre il rifiuto della debolezza dei partiti, in Sicilia aeriformi. Ad Enna calano il tema del crisafullismo a tutto tondo, a torto o a ragione. Bene, gli storici oppositori espressi da Dipietro e Girasole riprendono la sfida con il felice messaggio “un Sindaco, non un Padrone”, e alleanze connesse al progetto politico con personalità del centrodestra come Colaianni Ferrari e Grimaldi. Con Enna nell’Isola ha vinto anche il modello sconfiggente della politica sintesi di persone giuste con idee di rottura per cambiare. Mi domando: perché non si ragiona sull’ evento crescente delle liste locali con voglia di politica sana?
Una risposta, con un dibattito da vera svolta, dovrebbe venire dal PD siculo, il vero sconfitto di Enna, e di città come Gela Augusta ed Agrigento. Dubito, essendo stretto dalle morse del suo rac(h)itismo politico, delle mancate attese di Crocetta e del dominio dei notabili vecchi e nuovi, somiglianti a quei “frati ricchi in un convento povero”.