PD Enna: commissariare tesseramento?

PD siciliaEnna. Il dopo elezioni locali ha in sé un male che, se non assalito subito, può lasciare tutto come prima. Scatterebbero reazioni diverse. Inanelliamoli: l’elettore rientra nel suo distacco solito dal Municipio e dalla politica; lo sconfitto con i suoi si chiude nel fortino per provare a salvare il suo potere rovinato; il sindaco vittorioso è aspirato dalla routine amministrativa. A pagare, evidentemente, sarebbe la Città che non può soffrire per il suo status di non ritorno. Lo diciamo da tempo che servono ripresa della politica che piace poiché sana e trascinante, centralità del governo locale senza padroni o yes-man, coesione civica per sfidare le 3i (inviluppo economico – inaridimento territoriale – invecchiamento sociale).
L’elettore ha scelto sentendosi coinvolto in una sorta di referendum su chi affermava che “a Enna vince pure con sorteggio”, e “Enna sono io”. Ha vinto il NO al crisafullismo, al cesarismo in miniatura, agli annunci, allo sfascio dei servizi rifiuti ed acqua ed altro d’egual peso.
Da questo occorre partire. Vale per gli attori in campo con in prima fila gli ennesi per far sentire il respiro dell’aria del cambiamento credibile, per vigilare ricordando che la delega non è in bianco.
Così anche per il vincente Dipietro che, quantomeno, da qui a fine anno dovrà dotarsi della identità di un sindaco che tocca nervi scoperti, come gestione di Enti e Società pubbliche carrozzoni; che cancella vere vergogne come il rifiuto di un Piano Regolatore e l’abbandono del Castello di Lombardia e della Conca Pergusina; che lancia sfide alte come sburocratizzazione del Comune, uscita della politica dalla Kore, progetto del Libero Consorzio di Sicilia Interna; che prepara un Piano Investimenti pubblici-privati fattibili. In sintesi, un sindaco che non galleggia nelle acque stagnanti del piccolo lago senza vita (è metafora!).
Infine, arriviamo all’ex sen, candidato sconfitto e sgomitato. Chi ritiene che dovrebbe fare il cosiddetto passo indietro, è smentito. Cerca di blindare il partito di sua proprietà (il PD è parte lesa) attraverso comizi e affermazioni – resto un campione come il Barca – pur di tenere alto il tiro delle sue frecce spuntate; e decisioni come un Congresso prov.le ad ottobre della sua legione con il placet del PD reg.le. Inoltre, fa cambiare casacca ai suoi eletti consiglieri per indossare quella del suo PD. Infine, attacca il segretario Renzi con battute fragorose e false per far sapere agli alleati siciliani che non si fa mollare a muta a muta.
Quest’ultimo aspetto ci porta in linea retta ad un altro attore: il Partito Democratico di Palermo e di Roma. Il primo ha perso malamente con il suo rac(h)itismo politico, in Sicilia e ad Enna in particolare. Il secondo è stato colpito nella sua credibilità perché contestato dai notabili politici isolani sostenendo le sfide dalemiane di Crisafulli.
Il tema è lungo e complesso, per cui ci ritorneremo. Per ora, non resta che una sola cosa da augurarsi: la nomina di un commissario per il tesseramento del P.D, un partito essenziale per Enna e la sua provincia. Per arrivare alla Politica che piace alla gente è essenziale partire da questo atto poiché tutti sanno di quel tutto ennese.

Vincenzo Cimino