L’iniziativa rientra nell’ambito del Progetto nazionale FIRB-Futuro in Ricerca 2010 “Spazi sacri e percorsiidentitari. Testi di fondazione, iconografia, culto etradizioni nei santuari cristiani italiani fra Tarda Antichità e Medioevo”, chevede la collaborazione di quattro Unità di Ricerca: Università di Bari Aldo Moro-Dipartimento di Scienze dell’Antichità e del Tardoantico (responsabile scientifico e coordinatore nazionale Laura Carnevale); Università “Kore” di Enna (responsabile scientifico Daniela Patti); Università di Padova (responsabile scientifico Chiara Cremonesi); Sapienza-Università di Roma (responsabile scientifico Tessa Canella). Responsabile dello scavo è l’Università“Kore” di Enna: le attività archeologiche si svolgono sotto la direzione di Daniela Patti con la supervisione scientifica di Giuseppe Roma.
Numerosi gli studenti coinvolti, coordinati dal giovane archeologo barese Giuseppe Schiavariello e provenienti anche da diverse città della Bat, tra cui Barletta e Canosa: a loro, ricchi di entusiasmo e di energia, il compito di coadiuvare gli esperti per restituire alla conoscenza e alla fruibilità un edificio sacro attualmente allo stato di rudere, situato nelle vicinanze del santuario di San Matteo a San Marco in Lamis, ma in posizione più elevata.
“Obiettivo di questa prima campagna – hanno dichiarato la coordinatrice nazionale, Laura Carnevale e l’archeologa responsabile dello scavo, Daniela Patti – è rendere visibile la pianta della struttura, costituita da diversi ambienti e in particolare collegabile ad una basilica con unica navata absidata, cercando di estrapolare dati diagnostici che consentano la datazione della struttura attraverso lo scavo stratigrafico e anche attraverso il rilievo 3D dell’area di scavo”.
“Siamo privilegiati – ha commentato il sindaco di San Marco in Lamis, Angelo Cera – ad aver avuto la possibilità di collaborare con esperti di così alto tenore scientifico per valorizzare il nostro territorio, inserito in un contesto naturale e religioso particolarmente significativo. Il santuario di San Matteo e l’eremo di San Nicola sono due gioielli del nostro patrimonio che meritano di essere conosciuti: noi abbiamo dato tutta la nostra disponibilità a collaborare, anche finanziariamente, con questo progetto”.
Questa prima fase dei lavori si è realizzata grazie alla generosità e all’impegno dei frati minori del Santuario di San Matteo, guidati da padre Pietro Carfagna, e di alcuni esponenti del Comune di San Marco e della Protezione Civile, oltre che di una singola ristoratricesanmarchese. I docenti e i ricercatori impegnati nello scavo auspicano maggiore sinergia per le attività di agosto e settembre 2015, che continueranno a coinvolgere studenti delle Università di Bari e Bat, di Enna e di Cosenza e che configurano lo scavo anche come un progetto didattico aperto alla formazione dei giovani archeologi. Il supporto finanziario per i prossimi mesi è stato garantito, in particolare, dall’Ente Parco Nazionale del Gargano e dalla Fondazione Banca del Monte di Foggia Domenico Siniscalco Ceci. Trattative ulteriori sono aperte con la Banca Apulia di Andria del Gruppo Veneto.
by immediato.net