“Un fatto importante, abbiamo portato avanti da tempo e finalmente vinto questa battaglia che ci consente di salvare i due pannelli più a rischio e più malati del grande ciclo di affreschi, devo ringraziare le istituzioni, il mondo dell’associazionismo e la stampa che hanno contribuito a mettere al centro il recupero di quest’opera”, sottolinea il parroco don Antonio Scarcione, il quale con grande passione civile da anni bussa a tutte le porte per salvare l’opera del pittore fiammingo e più in generale i beni di maggiore valore culturale della chiesa, fino al punto di donare una parte della sua buona uscita, come ex dirigente scolastico in pensione, per il restauro della “Tela del Crocifisso” e di un “Pulpito” di pregio. Il finanziamento arriva dal Ministero che, attraverso il Fec, il Fondo Edifici Culto, gestito dalla Prefettura, è proprietario di San Giovanni.
Roberto Palermo per il Giornale di Sicilia