Sindaci nuovi, metodi vecchi
di Massimo Greco
Siffatto stato di cose finisce per avvalorare la tesi di chi sostiene che le liste civiche altro non sono che un modo mascherato di far partecipare comunque alle competizioni elettorali locali quella nomenclatura della politica il cui partito politico di appartenenza risulta viziato da impresentabilità all’occhio dell’opinione pubblica. In tale contesto, i Sindaci stanno perdendo l’occasione storica di ripristinare regole e principi di quell’elezione diretta da sempre osteggiata dai partiti politici, che fin dalla sua introduzione nell’ordinamento è stata travisata ed aggirata attraverso un uso improprio del ruolo dell’assessore.
L’assessore di un Ente locale, invero, preso singolarmente e al netto delle ipotesi della delega di funzioni da parte del Sindaco, o della specifica attribuzione statutaria di poteri gestionali in quei Comuni inferiori a cinque mila abitanti, non ha alcuna funzione né di governo né politica. L’assessore non assume un evidente ruolo di organo monocratico, potendo agire esclusivamente in via collegiale, nell’ambito della funzione di collaborazione col Sindaco, assegnata alla giunta nel suo complesso. L’organo di governo è quindi la giunta e non certo il singolo assessore, che rimane formalmente solo un collaboratore del Sindaco, sprovvisto altresì di funzione politica. L’investitura politica, fatta dai partiti politici prima e dalle liste civiche adesso, mentre rappresenta un uso distorto e non conforme allo spirito dell’elezione diretta dei Sindaci, non ne muta la natura di fiduciario del Sindaco e non del mandatario dell’elettorato.
In disparte il caso double face voluto da un creativo legislatore siciliano, che rende ancora possibile il cumulo della carica di consigliere con quella dell’assessore, quest’ultimo, nella generalità dei casi, non ha alcun rapporto con l’elettorato; la genesi, l’estinzione e la causa dell’investitura assessoriale non possono ricondursi alla volontà popolare, ma solo a quella del Sindaco. L’assunzione della carica di assessore, pertanto, non è espressione del diritto di elettorato passivo.
Il vero cambiamento si apprezzerà allorquando i Sindaci di nuova generazione sapranno ripristinare le regole di base dell’agire politico a partire da questa.