Viola Fòscari a Leonforte

tea-ranno-viola-foscari“Ma chista ca vi cuntu iu È storia ‘i sentimentic’abbrancica e pazzia, e nun pinsati ca su’ cosi can un ponu capitari, nun vi sintiti megghiu ‘i chiddi ca pateru duluri e tribulizzi, nun pinsati ca ‘u ventu trasi e nesci di li casi senza arrubarisi nenti, pinsati ca comu ‘u ventu è l’amuri: latru e senza rispetto, minnicativu, bastardu”.

Sabato 29 agosto dalla Pro Loco di Leonforte è passata Viola Fòscari.
Viola Fòscari è l’ultimo romanzo di Tea Ranno, già autrice della Sposa vermiglia, in una lingua che non so più dire e Cenere”. E di nuovo la Pro Loco di Leonforte si è fatta donna. Viola Fòscari è la protagonista di un mondo affatato dalla bellezza che però non manca mai di scagliarvi contro non una, ma mille e mille pietre ché le parole tali sono e di parole antiche e nuovo è colmo Viola Fòscari. La storia è ambientata in una provincia siciliana del dopo guerra. Viola è una bellissima cinquantenne “l’ho fatta bella che più bella non si può” ha detta Tea Ranno. Viola ha un marito, due figli maschi che sono la sua gioia e il suo tormento, una casa meravigliosa, ricchezza, stima e modi. Eppure è sola. Sola con i suoi pupi e i suoi ricordi, sola con le sue paure e le sue tristezze e a nulla servono i gioielli e nulla possono le malelingue che in Sicilia sono come lo scirocco d’estate: non mancano mai. Viola durante il fidanzamento del figlio maggiore incontra Paolo Di Bernardo, un venticinquenne di bell’aspetto che si invaghisce di questa donna inarrivabile, che la conquisterà “ ma solo a metà libro” perché se Paolo gioca, Viola patisce, se Paolo si diverte a parlar d’amore, Viola ama profondamente e se Paolo si stanca e scappa, Viola resta e paga. Paga l’oltraggio fatto al nome del marito e l’affronto alla società, tutta scocche e maniglie che civetta e stigmaitizza con la stessa facilità . Alla vicenda di Viola e Paolo, si intrecciano le vite di Fausto e Nives, di Giuliano e Marta che mentre si bea dell’anello di fidanzamento pensa a come strappare il figlio alla suocera e non si accorge che gli sguardi dello zito non sono più per lei, ma per un’altra. A fare da contorno al tutto è Melilli: conquistata e devastata dall’industria petrolchimica. I fumi bianchi di quei comignoli hanno portato soldi e morte e agio e distruzione, racconta Tea con l’amarezza di chi quel mare e quegli aranci li ha amati. Il lettore si fa cummari e cumpari e si chiede continuamente “io che cosa avrei fatto se”.
tea ranno gabriella grasso
E ancora alla Pro Loco di Leonforte il vecchio si congiunge al nuovo e si fa racconto. “Ho cuntato la storia di una donna che paga a caro, carissimo prezzo la pazzia dell’amore illegittimo”. Quello che titilla il chiacchiericcio paesano e diverte i maschi d’ogni tempo e luogo:quello di Emma Bovary e di Anna Karenina e delle donne di tutti i giorni. Alla Pro Loco di Leonforte si è parlato di donne vere chè delle icone di virtù e conoscenza possiamo, desideriamo, fare a meno. A spasso per la vecchia Leonforte, fra la Granfonte e la fontana delle Ninfe, Tea si è parecchio commossa: bella e abbandonata come Viola, come Melilli, come la Sicilia.

Gabriella Grasso