Scrive un preoccupato cittadino di Nissoria, su eventuale deposito nucleare

scorie-nucleari-M5SEd infine anche il Consiglio Comunale di Nissoria, nella seduta del 14 settembre e sia pure non all’unanimità, ha deciso per la denuclearizzazione di tutto il territorio comunale: sullo stesso non sarà possibile non solo creare strutture che, a qualsiasi titolo, abbiano a che fare con scorie nucleari, ma anche che le stesse possano transitarvi. Anche Nissoria, quindi, si dichiara contraria all’ipotesi di costruzione del Deposito Nazionale di rifiuti radioattivi sul proprio territorio, ipotesi ventilata dalle indiscrezioni circolate con una certa insistenza sulla stampa locale e su siti web di informazione a partire dai primi giorni di agosto in previsione della imminente pubblicazione della Carta Nazionale delle Aree potenzialmente idonee (CNAPI), strumento che porterà alla individuazione dei siti potenzialmente idonei ad ospitare il Deposito Nazionale dei rifiuti radioattivi. Era ora che anche le Istituzioni del Comune di Nissoria, dopo Agira e altri comuni vicini, facessero sentire la propria voce anche in considerazione del fatto che il sito individuato sotto il nome Agira-Assoro, poi escluso dalla Carta predisposta dalla Sogin nel 2003, si trova in C.da San Paolo che ricade sì nel territorio di Agira, ma che in realtà è a circa un solo kilometro dal centro abitato di Nissoria, in linea d’aria giusto uno sputo. Non è certo una bella prospettiva!
A questo proposito qualche considerazione si impone come necessaria ed urgente.
Vero è che i Consigli Comunali dell’Ennese stanno dichiarando, a volte per la seconda volta, la denuclearizzazione dei rispettivi territori, vero è che in tal senso aveva deliberato il Consiglio Provinciale di Enna già nel 2004, vero tutto questo, ma io una domanda me la faccio e voglio condividerla con tutti voi: questa nostra terra, la Sicilia interna, è pronta ad affrontare una minaccia che ne potrebbe condizionare il destino per i prossimi 200-300.000 anni? Sì proprio di questo si tratta se le nostre aree verranno individuate come idonee ad ospitare il Deposito Nazionale che dovrà stoccare in superficie rifiuti radioattivi di I e II categoria e in deposito geologico rifiuti di III categoria che decadono in tempi non storici ma geologici, vale a dire 200-300.000 anni.
Vero è che la CNAPI non è stata ancora pubblicata, ma la suadente e rassicurante campagna pubblicitaria della Sogin ci delizia ormai da diverse settimane! Vero è che ora stiamo parlando facendo riferimento allo studio Sogin del 2003 che aveva individuato in Scanzano Jonico il sito idoneo ad ospitare il Deposito. Ma altrettanto vero e preoccupante è il constatare gli effetti di politiche di desertificazione sociale, culturale e ambientale messe in atto sui nostri territori in questi ultimi due decenni. Sanità, giustizia, prefettura smantellate. Un tessuto sociale sempre più frammentato e sempre più disancorato da realistiche prospettive di sviluppo in armonia con le vocazioni del territorio. Emigrazione galoppante e non solo giovanile. A completare il quadro mafia e corruzione dilaganti e classi dirigenti, a voler essere clementi, non all’altezza della gravità della situazione. Infatti a parte le doverose delibere dei Consigli Comunali, le prese di posizione del M5 Stelle locale e di alcune organizzazioni sindacali, non vedo in giro voci particolarmente allarmate né a livello provinciale, né a livello regionale. A proposito la Regione Sicilia dov’è?
E’ forse un caso tutto questo?
E la società civile dov’è?
L’iniziativa più seria, a mia conoscenza, sin qui realizzata è stata l’Assemblea pubblica organizzata ad Enna il 7 settembre dal CO.T.A.S., Comitato Tutela Ambiente e Salute, che ha avuto il merito di porre pubblicamente la questione del Deposito Nazionale, di informare sullo stato dell’arte dell’intera vicenda, di lanciare un preoccupato grido di allarme e di fornire un luogo di riferimento per quanti vogliano affrontare da cittadini attivi e consapevoli la sfida che abbiamo di fronte. Non sono a conoscenza di quanto la questione sia presente sui social network e me ne rammarico, ma è tempo che le eventuali preoccupate prese di posizione contro l’ipotesi Deposito Nazionale emergano ancor più sulla scena pubblica, non solo virtuale, è tempo davvero di incominciare a vederci, fare comunità, dare segni di protagonismo consapevole altrimenti in alto si faranno la convinzione di avere a che fare solo con disperati e pezzenti che per trenta denari sono pronti a barattare il futuro della loro terra per i prossimi 300.000 anni.
Svegliamoci!!!
Gianni Pastaro


n.d.r.:
La redazione ha con la cittadinanza attenta un dialogo aperto. Di qualche settimana addietro è un articolo denuncia sulle condizioni di una piazza leonfortese e oggi ci è parso doveroso rendere partecipi, i nostri lettori, di questa mail.
In aggiunta si ricorda l’indifferenza delle cariche romane sul tema.
Preoccupati e vigili invitiamo chi volesse a scrivere ancora al riguardo.

facebook commenti