Leonforte. Tornano i paladini del sapere

Giovedì 17 settembre nella chiesa Madre di Leonforte si è tenuta la lezione di apertura del nuovo anno accademico dell’Università popolare. La presidente, professoressa Giovanna Maria su testi del professore Nigrelli e coadiuvata dal professore Guagliardo ha raccontato il culto mariano. Era il 17 settembre del 1771 quando il vicario foraneo arciprete Giovan Battista Serina dichiarò la B.ma sempre Vergine Maria del Monte Carmelo: Prima Primaria Principale Patrona della città di Leonforte, il solenne atto di consacrazione fu sancito dal principe Ercole. Le genti tavacine si sentivano profondamente legale al culto della dispensatrice di grazie e la Bedda Matri d’u Carminu fu ed è festa solenne che unisce e determina l’appartenenza al paese.
Festa Patronale Maria del Carmelo- Leonforte
Fu l’opera evangelizzatrice di Pancrazio, I vescovo della Sicilia, che cristianizzò il mito. La zona di Tavi era infatti molto legata a Cerere, detta la bella madre e di Artemide. Pancrazio adagiò la Bedda Matri alle già esistenti figure femminili erigendo numerose cappelle votive su tutto il territorio. Nel XVI secolo, i frati carmelitani di Assoro, diffusero il culto dell’abitino di Maria SS del Carmelo a partire da una di queste cappelle, che con il Principe fondatore sarebbe diventata la chiesa della Madonna del Carmelo. La devozione alla Madonna continuò a crescere al punto che nel 1869 una maestosa vara, opera dell’artista ennese Michele La Greca, fu trascinata da 300 portatori da Enna a Leonforte. Nel 1887 scampata a una nuova epidemia di peste la popolazione leonfortese omaggiò la Madonna di un manto, realizzato dalle suore collegine, usato fino agli anni ’60. Nel 1947 l’arciprete don Antonio Laneri diede inizio in Matrice al mese dell’ “abitino”, che comincia il 16 luglio, festa liturgica della Madonna e si conclude il 16 agosto con la messa cantata e la processione.
Festa Patronale Maria SS
Un mese di nuveni sparse in ogni quartiere di Leonforte davanti a un altarino fatto “‘nto crivu”, in un’apoteosi di acqua e farina e immaginette di santi d’ogni colore e forma, appeso davanti la porta di casa. Diverse furono le diatribe che portarono a queste date ma nell’adottarle entrambe si è voluto rispettare l’ortodossia liturgica e la volontà popolare che al santu Miseru (Santo Rocco: santo dei principi, santo dei signori) ha preferito la Madonna, destinandole financo la data che era di quello. Nel 1975, per i 350 anni del miracolo della peste, i leonfortesi posero sul monte Cernigliere una statua votiva che ancora una volta testimonia il legame strettissimo con la Vergine, celebrata nelle due date con egual sentire. La Bedda Matri è dunque nel cuore del leonfortese che la invoca fino in punto di morte: FA CA MURENNU CHIAMASSIMU A TIA, O BEDDA DI LU CARMINU MARIA.


Gabriella Grasso