Consiglio C. Leonforte approva gestione servizio idrico in forma associata, diretta e univoca

acqua pubblicaLeonforte. Come già fatto dalla maggior parte dei Comuni dell’ex provincia di Enna anche Leonforte ha espresso la volontà di gestire il servizio idrico in forma associata, diretta e pubblica secondo quanto previsto dall’art. 5, comma 6, della legge regionale n. 19 del 2015 che consente ai comuni di provvedere alla gestione informa diretta e pubblica del servizio idrico, informa associata attraverso la costituzione di sub-ambiti composti da più comuni facenti parte dello stesso Ambito territoriale ottimale, che possono provvedere alla gestione unitaria del servizio.
A proporne la trattazione è stato il consigliere Vanadia (Progettare Futuro) che, nella seduta del consiglio comunale di martedì pomeriggio, si è così espresso: “A distanza di quattro anni dal referendum, la Sicilia è la prima regione d’Italia ad approvare una legge che offre agli amministratori locali l’opportunità per riportare la gestione dell’acqua nelle mani pubbliche, rendendo un servizio più efficiente e meno costoso ai cittadini. La legge 19/2015 consente ai comuni di gestire attraverso enti di diritto pubblico in forma singola o associata la risorsa idrica, di rivedere i contratti di gestione in essere, verificarne le eventuali e ben note inadempienze per la risoluzione; norma questa già contenuta nella finanziaria 2010 ma mai fatta applicare dalla regione a livello di ATO”. Il gruppo ha poi presentato un emendamento col quale si propone di inserire nella delibera di “Conferire mandato al Sindaco di chiedere al Presidente della Regione, in conformità all’art. 12, comma 1 della Legge Regionale n. 19/2015, di nominare con proprio decreto una commissione tecnica per verificare gli inadempimenti contrattuali di AcquaEnna, relativi al mancato pagamento dei canoni di concessione, al reale funzionamento del depuratore, allo stato degli investimenti come da piano d’ambito, alla mancata pubblicizzazione delle risultanze delle analisi sull’acqua, come previsto dalla carta dei servizi. Tale Commissione dovrà predisporre, ai sensi dell’art. 12, comma 4 della citata LoR. 19/2015, una relazione scritta sulla base degli adempimenti contrattuali chiedendo, laddove ricorressero i presupposti, entro 90 giorni una proposta di risoluzione anticipata della convenzione”.

Il consiglio ha approvato all’unanimità dei 15 cc presenti (assenti Romano F., Castiglione, Astolfo, Smario e Di Sano) l’emendamento e la delibera .
Nonostante l’unanime volontà dei presenti, non sono mancati dibattiti e divergenze d’opinione. Lo stesso Vanadia ha reso noto che è già la quarta volta che il C.C. affronta il problema dell’acqua, (come le mozioni sul canone di depurazione, sulle partite pregresse, e sul deposito cauzionale), senza tuttavia risvolto alcuno. Trecarichi si sarebbe aspettato invece, che la proposta partisse dall’A.C. e avrebbe gradito che il Sindaco si pronunciasse sulla stessa ha ricordato ai presenti, che nel 2010, il c.c. di allora aveva votato una deliberazione per una iniziativa analoga da parte dell’ARS.
Grillo ha più direttamente chiesto di sapere quale fosse l’intenzione dell’A.C. sul problema idrico. A rispondere per l’A.C. il Vice Sindaco, che si è detta favorevole all’iniziativa: è per questo che “sono state già poste in essere alcune note di contestazione contro AcquaEnna” ha dichiarato.
Il consigliere Di Naso ha rilevato che, anche sulla base di 3 precedenti mozioni, l’A.C. non relaziona sull’argomento e non dà risposte, e sulla gestione pubblica dell’acqua ha detto “Su un problema così importante ci deve essere una condivisione unanime, anche perché i pozzi sono di proprietà del Comune di Leonforte e l’assurdo è che forniamo l’acqua e poi la paghiamo a caro prezzo. Abbiamo due valli, quella del Crisa e della Bozzetta, mi chiede come mai spuntano delle bolle sospette” .
Tuttavia, l’approvazione della delibera da parte del C.c. è solo l’inizio di un lungo iter di passaggi e tempi burocratici successivi, di competenza regionale, in quanto non è previsto l’automatico ritorno alla gestione pubblica, ma la possibilità di porre in essere una serie di strumenti per raggiungere tale obiettivo.
Intanto la legge regionale in oggetto è stata impugnata dal Consiglio dei Ministri.

Livia D’Alotto