La seduta era stata interrotta venerdì pomeriggio per la mancanza del numero legale che è venuto meno anche sabato interrompendo, di fatto, l’iter che però non dovrebbe implicare nulla visto che la delibera, semmai fosse stata votata, non era consequenziale nella risoluzione del contratto. Paradossalmente, però, potrebbe salvaguardare il comune in futuro per due motivi. Il primo era stato anticipato dall’assessore regionale all’Energia, Vania Contraffatto, che chiedeva di “non decidere” perché era forte il rischio di un danno erariale all’ente (nb. l’assessore ha smentito se stessa visto che la legge portava la sua firma); il secondo “spauracchio” sta nella possibilità che AcquaEnna chieda il pagamento di una penalità a quei comuni che hanno deliberato per la gestione in house del servizio.