Troina, sostegno all’Oasi Maria SS dai sindaci dei comuni de i Nebrodi e zona nord dell’Ennese

Troina Oasi Maria SS sindaciTroina. Al di là delle dichiarazioni di solidarietà, di manifestazioni di ammirazione e di altre espressioni di cortesia istituzionale che sono d’obbligo in circostanze simili, quali sono le questioni emerse nella discussione svoltasi nel consiglio intercomunale a sostegno dell’Oasi Maria SS che meritano di essere riprese ed analizzate con rigore? Che l’Oasi Maria SS abbia una forte presa economica su un territorio in cui ricadono comuni nebrodensi del Messinese come Cesarò, San Teodoro e Capizzi e una parte non trascurabile di comuni della zona nord dell’Ennese, è un dato di realtà. Per essere il comune dove l’Oasi è nata e cresciuta, la presa su Troina è molto più forte che in altri comuni di questo territorio, che è una tipica zona interna in grave ritardo di sviluppo. E’ questo un fatto che spiega la folta presenza di amministratori di questi comuni nella sala Lazzati della Cittadella dell’Oasi Maria sabato pomeriggio. Vittorio Fiore, che fu sindaco di Troina negli anni ’70, e che tuttora è ricordato come il migliore sindaco che il paese abbia fino ad ora avuto, riassumeva icasticamente il rapporto tra Troina e l’Oasi in questa frase: “L’Oasi per Troina è come la Fiat per Torino”. Tranne un’associazione nicosiana, che si occupa di difesa del territorio, non sono intervenute nella discussione altre associazioni della società civile di questi comuni. Era auspicabile l’intervento di tante altre articolazioni della società civile, perché, nel caso in cui sarà necessario manifestare in forma più incisiva solidarietà all’Oasi la mobilitazione dei sindaci con le fasce tricolori a tracolla da sola non avrà grande efficacia. C’è un consenso unanime nel riconoscere all’Oasi il ruolo che svolge campo delicatissimo come quello della ricerca e cura delle disabilità. In molti interventi è stato puntato il dito contro la politica assente ed insensibile, che scippa al territorio servizi essenziali come se i sindaci e i due parlamentari presenti ed intervenuti nella discussione non fossero stati eletti per fare politica. Le difficoltà dell’Oasi, che auspichiamo vengano rapidamente e positivamente superate, sono un paradigma degli effetti sull’intero Paese di quella politica neoliberista che ha ispirato i governi che si sono alternati alla guida della Repubblica Italiana e della Regione Siciliana. Con questa politica neoliberista che ha cambiato gli ospedali in aziende, che ha smantellato le conquiste sociali nella sua parte più debole dell’Italia, che è prevalentemente l’Italia Meridionale, che ha introiettato l’idea, anche in quei partiti di sinistra che avrebbero dovuto respingerla, che il nostro Stato Sociale è un lusso, che mantenendo certe conquiste sociali abbiamo vissuto al di sopra dei nostri mezzi, ed è ora di ridimensionarci. E’ una questione complessa, che richiede una visione completa di tutti i suoi aspetti per essere affrontata con buone probabilità di successo. Una visione all’interno della quale vanno viste le difficoltà dell’Oasi Maria e del suo rapporto con il territorio, che deve ancora definire una sua identità ed esserne consapevole. Un riflessione su questi temi va avviata subito, soprattutto in questa fase nella quale l’Oasi si appresta a passare da una navigazione solitaria ad una navigazione collettiva.

Silvano Privitera