Enna. Che non fosse un giorno come gli altri lo si capiva, molte le auto parcheggiate in tutte le strade del circondario, gruppi di persone nel cortile del plesso scolastico in attesa di entrare nell’auditorium, visto che l’emozione era impossibile, specialmente per tanti genitori, da scacciare.
All’interno, in una stanza antistante l’auditorium, sorrisi abbozzati per la tensione, visi tirati ma anche volti sereni e speranzosi. Aveva tante “facce” il gruppo degli studenti universitari della facoltà di Medicina in estensione dell’Università “Dunarea de Jos” di Galati, quasi tutti accompagnati da mamma e papà, che si ritrovano a dover studiare, dopo il corso accelerato di lingua romena, per la nuova e impegnativa prova che, se affrontata con impegno e serietà, rappresenterà per loro la possibilità di raggiungere la laura dei sogni.
“Io sono di Acireale, ho fatto il test all’università di Catania – ha dichiarato Maria Pia Barbagallo – ma non sono entrata. Avevo preso in considerazione di trasferirmi in Romania, avevo già iniziato alcune pratiche per iscrivermi lì ma poi ho saputo dell’iniziativa della fondazione Proserpina a Enna ed eccomi qua. E’ una facoltà, quella di medicina, che sogno di frequentare da tanti anni, per la quale studio da tantissimo tempo. E sono contenta comunque che ci sia stata data questa occasione”. “Io ci ho provato tre volte a entrare” – dice al volo una ragazza che poi scappa via. Ma c’è anche chi ci ha provato cinque volte.
E’ una possibilità, quella dell’università di Galati che ci viene data e che io ho colto subito. Mi dispiace per le numerosissime polemiche che ci sono state nei mesi e nelle settimane passate ma è una grossa opportunità non solo per me ma anche per gli studenti siciliani in generale”. Tanta l’emozione invece tra i genitori. “I ragazzi cercano di realizzare un sogno – ha osservato la signora Maria, arrivata con il marito da Catania – e noi ci speriamo molto”. “Il numero chiuso in Italia è sbagliato – ha tuonato il marito – bisognerebbe dare a tutti la possibilità di accedere, provare e poi chi non è preparato e non ha le capacità abbandonerà naturalmente”.
Giacomo Lisacchi