Il pensiero va all’Isis, allo scempio che ci è toccato vedere a Palmira, a Mosul, nei siti dell’alta Mesopotamia, a quel che potrebbe accadere da un momento all’altro nella vicinissima Sabratha dove archeologi siciliani diedero luce ad alcune delle più belle testimonianze della Roma dell’impero.
Invece no, l’Isis non c’entra per nulla, hanno abbattuto la chiesa di Kamut.
La ruspa è passata, la ruspa si è fatta strada tra la chiesetta e la torre, ha abbattuto il vetusto muro merlato che chiudeva la antica proprietà Potenza, lo ha cancellato e ha ridotto la chiesa ad un cumulo di pietre.
Allo stupore, all’amara scoperta, segue la necessità di capire chi e perché ha potuto mettere in atto questo crimine che di crimine si tratta. Dalle notizie che riusciamo a raccogliere la antica strada è stata ripercorsa da mezzi di movimento terra per salire verso l’area delle pendici investita dal crollo della murata di Viale Savoca. I mezzi, secondo una sommaria ricostruzione, avrebbero incontrato difficoltà di manovra nella strettoia tra la chiesa e la torre e quindi avrebbero proceduto alla demolizione del muro della tenuta Potenza e della chiesa.
Quella chiesetta, certo senza tetto da anni, stava lì dai tempi della presa di Enna da parte di Ruggero primo, quella chiesa avrebbe in breve compiuto i suoi primi mille anni, invece, dei criminali, affetti da inguaribile ignoranza e dal gusto della arroganza, ne hanno cancellato la memoria.
Guardiamo i resti e, mi rendo conto che non solo la distruzione è operata con modi barbari ma anche senza alcuna motivazione, infatti l’allargamento della pista non passa sui resti della chiesa il cui ingombro, anzi, viene aumentato dall’ammasso dei grandi conci in roccia che sino a qualche giorno addietro facevano parte del muro demolito. Il crimine è quindi del tutto gratuito!
La chiesa è stata demolita senza alcun motivo.
Chi governa non può distrarsi, chi governa non può non indignarsi.
Legambiente, in ogni caso, procederà ad ogni azione legale tesa ad appurare la verità e a perseguire i colpevoli che dovranno pagare, intanto che gli stessi siano messi alla berlina mediatica, mani insanguinate tanto e come quelle dell’ISIS.
Giuseppe Maria Amato
Consulente Ambientale
Presidente CEA Sicilia