Catenanuova. Potrebbe partire dalla Zona Artigianale la rivincita occupazionale dei giovani

catenanuova zona artigianaCatenanuova. Un certo malessere sulla sorte riservata ai giovani catenanuovesi è palpabile nei comportamenti di molti di loro. Le riunioni nei pub, ma anche la partita a carte, anche senza una posta in gioco, oppure un buon bicchiere di liquore spesso con un abuso, ma di riflesso di fronte a loro, nulla di apprezzabile, un futuro di riferimento sull’aiuto di genitori e nonni, ma di lavoro non se ne parla, non quello legato al posto fisso, ma piuttosto neanche, alla precarietà. Eppure guardandosi attorno, alle realtà vicine, qualcosa si muove, come nel caso dell’amministrazione centuripina del sindaco Galvagno, della propria giunta e del proprio consiglio, che in soli sei mesi, ha continuato a “sfornare” iniziative per dar voce alle esigenze dei giovani, con progetti mirati, non sulla carta ma con la volontà di impegnarsi a dar risposte per realizzare quello che i giovani cercano ed allora è facile recepire da parte dell’informazione pubblica, le istanze dei catenanuovesi, anche per quanto riguarda l’evoluzione della Zona artigianale di Piano Mulino con i propri 21 padiglioni, iniziando col rivedere, l’attuale affidabilità alle ditte, non pretendendo più un corrispettivo annuale, a fronte di assunzioni mirate di giovani (almeno 5) e di ridurlo al 50% per avviamento al lavoro di almeno 3 giovani. Oppure di elevare ad un costo pìù consistente l’affitto annuale a quelle ditte che occupano un capannone non svolgendo nessuna attività, reinvestendo il tutto per aiutare giovani imprenditori ad aprire una piccola attività, e non utilizzando tale fondo per cose sicuramente di minore importanza. L’amministrazione comunale ed i cittadini devono necessariamente cominciare a dialogare per trovare assieme soluzioni alternative al malessere che serpeggia nella nostra società.

Carmelo Di Marco

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