Quieto vivere. Cronache tavachine

leonforte porta garibaldi_Poche cose scuotono il quieto vivere di una tranquilla comunità: lo scippo di un’anziana signora, il non sapere cosa è successo dopo un mese dall’accaduto, la zona a traffico limitato irritante per i commercianti e intoccabile per il sindaco, l’attesa senza fine di un Premio che già fu e l’altrettanta attesa di una ristrutturazione promessa, promessa e promessa ma ancora da venire. Garibaldi attenda a reincarnarsi ancora un poco cortesemente, che la Porta è quasi pronta, ormai manca poco e poi cadrà definitivamente, portandosi appresso tutte le lapazze e così finalmente la finiremo con questa snervante attesa. Poche cose titillano l’animo di una quieta comunità: C’è posta per te, le sfilate pro nosocomio e le notizie belle e rare di un intervento chirurgico programmato e riuscito, una volta tanto. Le quiete comunità stanno ormai svanendo, non c’è borgo che manchi di vantare un elevato tasso di denatalità e di disoccupazione giovanile e non c’è paese che vanti un crescendo di microcriminalità accompagnata dal disinteresse collettivo. Gian Luca Calì è un imprenditore siciliano scappato a Milano perché minacciato di morte dopo la denuncia ai suoi taglieggiatori. Gian Luca Calì è stato di recente diffidato dai genitori dei compagni di scuola dei suoi figli per la pericolosità che i suoi figli rappresentano. Uscissero prima e di nascosto questi figli di eroe che Milano dei fatti siculi non ne vuol sapere. Omertà vuol dire anche girasi dall’altra parte per non avere impicci con la Giustizia, lenta con i rei ma rapidissima coi probi, lo capisco. A Leonforte per esempio tutti sanno di cosette pruriginose, ma nessuno sa chi ha martoriato una anziana donna alle 18 di sera in una via trafficatissima fra le più popolose del paese, stranezze nostrane. Poche cose scuotono il paese. Sfrattati, scippati e mal nati scrivessero a Maria che forse…


a cura di Gabriella Grasso