Accusata di disturbare la messa, assolta una parrocchiana di Nicosia

ascoltare e rispettareNicosia. Assolta la donna che cantava l’inno sacro di introduzione alla messa, denunciata per avere impedito lo svolgimento della celebrazione religiosa. Il sacerdote, che le aveva chiesto di tacere per potere iniziare la messa, alla fine aveva chiamato i carabinieri e così la vicenda è finita in tribunale. Si tratta probabilmente di uno dei pochissimi processi celebrati dinanzi al tribunale di Enna per il reato previsto dall’articolo 405 del Codice penale secondo il quale chi impedisce o turba l’esercizio di funzioni religiose è punito con la reclusione fino a 2 anni. I fatti risalgono al gennaio del 2013 quando un quarantenne aveva cominciato a cantare nella Basilica Santa Maria Maggiore poco prima che iniziasse la funziona religiosa. Il parroco era salito sull’altare ma la donna aveva proseguito il canto sacro e il sacerdote, a quel punto, l’aveva invitata a sospendere ma lei aveva continuato a cantare. Alle sollecitazione del sacerdote di tacere per consentirgli di svolgere la funzione la donna non aveva cessato l’inno e così il parroco aveva chiesto l’intervento dei carabinieri.
La donna era stata denunciata penalmente per un reato che risale al Codice Rocco e per lei era stata disposta la citazione a giudizio. Adesso è arrivata l’assoluzione. Il difensore, avvocato Filippo Giacobbe ha dimostrato che per prima cosa la donna non aveva interrotto la messa e che ci sono precedenti giuridici secondo i quali il reato si configura solo se il rito è iniziato e viene disturbato. Inoltre la quarantenne stava cantando un inno sacro. Lo stesso Pm Occhipinti ha chiesto l’assoluzione. Un processo che ha visto anche la deposizione del parroco che ha spiegato di essere dispiaciuto per i risvolti giudiziari della vicenda che non immaginava. Il giudice Maira ha accolto le tesi difensive e la richiesta del Pm ed ha assolto la donna con formula piena.

Giulia Martorana per il quotidiano La Sicilia