Che fare di quei reperti archeologici della Troina del V sec a.C.

Patricia DuffChe fare di quei reperti archeologici della Troina del V sec a.C. rinvenuti dal prof. Giacomo Scibona dell’Università di Massina nelle due campagne di scavi di 40 anni fa e di quelli riportati alla luce dagli archeologi dell’Università di Cambridge negli anni ’90, che sono conservati in un magazzino dell’edifico Angeli? E’ possibile una valorizzazione di questi reperti archeologici a sostegno di una programma di sviluppo della comunità troinese, ancora tutto da definire? Per trovare delle risposte a queste due domande è stata qui a Troina a settembre dell’anno scorso Patricia Duff su invito del dott. Simon Stoddart e della prof. Caroline Malone, responsabili del progetto Cambridge & Belfast Universities Troina Project. Patrica Duff è presidente dell’ArchaeoLink Turning Archaeology Into Heritage di Cambridge, un organizzazione onlus nata nell’ambito dell’Università di Cambridge che ha la missione di scoprire la visione dei portatori di interessi delle comunità e facilitare il raggiungimento dei loro obiettivi. Sulla scorta dei dati raccolti durante la sua permanenza a Troina, Patricia Duff ha formulato delle raccomandazioni, descritte nel suo rapporto di ricerca. Tenere questo patrimonio di reperti archeologici chiusi un magazzino non ha senso. E’ necessario proseguire il programma di ricerca, coinvolgendo gli studenti di archeologia, per classificarlo per ed esporlo. Occorre inoltre pubblicizzare i risultati di queste ricerche e traducendo in italiano quelli disponibili in lingua inglese per metterli a disposizione degli studenti e degli esperti in archeologia. La comunità troinese deve avere conoscenza ed essere consapevole del ragguardevole patrimonio archeologico di cui dispone. Per diffondere la conoscenza di questo patrimonio tra gli abitanti del paese, è indispensabile il coinvolgimento degli studenti delle scuole troinesi di ogni ordine e grado. In quest’operazione culturale è necessaria la collaborazione di associazioni di volontariato ambientalista e culturale. La Duff suggerisce la creazione di un museo etnografico che illustri l’evoluzione dei modi di vita sul territorio troinese dal neolitico fino ai nostri giorni utilizzando anche i reperti archeologici rinvenuti durante le diverse campagne di scavi ed attualmente rinchiusi in magazzini. E’ un attrattore turistico di notevoli potenzialità questo patrimonio archeologico, che potrà essere fruito innanzitutto da quelli che vengono a Troina per accedere ai servizi di ricovero, cura e visite mediche dell’Irccs Oasi Maria SS. Si stima che siano in 5000 i pazienti che vengono ogni anno all’Oasi Maria SS di Troina accompagnati da parenti. Tra pazienti ed accompagnatori, le presenze a Troina di questo turismo sanitario sono di circa 12000 l’anno. E’ un flusso turistico particolare che, per la sua natura e per le sue dimensioni, pone – sostiene la Duff- alla comunità troinese, in tutte le sue articolazioni, l’esigenza di attrezzarsi per potere gestirlo e trarne dei benefici.

Silvano Privitera