Il giudice dà torto al Miur: Crisafulli vince sui corsi di Medicina dell’Università romena Dunarea de Jos

universita dunareaAvanti tutta, gli studenti di Medicina di Enna possono tirare un sospiro di sollievo. Il giudice civile di Caltanissetta ha confermato la legittimità dei corsi – promossi dal Fondo Proserpina, interfaccia a Enna dell’università romena Dunarea de Jos di Galati Dunarea – rigettando il ricorso presentato dall’Avvocatura distrettuale dello Stato sulla legittimità dell’avvio delle attività didattiche. I giudici hanno dunque dato ragione alla Srl (di cui è amministratore l’ex senatore Pd Vladimiro Crisafulli) e all’ateneo romeno, che hanno sempre affermato la legittimità dei corsi, basandosi sulla normativa Comunitaria. Il Miur aveva presentato ricorso, denunciando il tentativo di aggirare le selezioni per il numero chiuso, l’assenza dell’autorizzazione e la mancanza «di valore legale di eventuali titoli rilasciati».

«Estensione didattica»
Nessun accreditamento da parte del ministero, ma secondo il Rettore della Dunarea de Jos, un’iniziativa perfettamente legale in quanto «semplice “estensione didattica” dei nostri corsi di laurea di Medicina e Professioni Sanitarie, con personale docente romeno e che inquadra i ragazzi iscritti come tutti gli studenti dell’ Università “Dunarea de Jos” di Galaţi, qui a Galati», come aveva sostenuto a ottobre, in replica alle notizie di stampa.

Diffide
La schermaglia tra il ministero dell’Istruzione e la sede distaccata dell’ateneo romeno ha inizio lo scorso settembre, quando la ministra, Stefania Giannini , fa mandare ben due diffide «all’andare avanti, a tutti i soggetti coinvolti, prima di aver chiarito la questione». I corsi di lingua romena, propedeutici ai test di ingresso alla facoltà, erano però regolarmente iniziati. Il Miur aveva chiesto l’intervento della procura, che aveva sequestrato i locali dell’Ospedale «Umberto I» dove si tenevano le lezioni in quanto mancava il protocollo siglato tra l’Azienda sanitaria e la Proserpina di Crisafulli, che metteva i locali a disposizione dell’Università romena. L’ex parlamentare, insieme ad altri, è ora indagato dalla Procura, che ha aperto una inchiesta, con l’accusa di abuso d’ufficio e occupazione di edificio.

L’inaugurazione
Il 14 dicembre, però, puntuale l’inaugurazione di Medicina in romeno, alla presenza delle autorità e del patron dell’iniziativa, Crisafulli. Che tornava a difendere l’iniziativa, nonostante l’ulteriore intervento del Miur («è completamente fuori dalla legge, dai binari chiari e trasparenti che riguardano tutti gli Atenei», aveva scritto Giannini in una «comunicazione urgente» a studenti e famiglie). E nonostante un’altra diffida della Regione e la contrarietà espressa dai tre rettori siciliani. I 54 studenti iscritti, quasi tutti dell’isola, hanno iniziato a frequentare le lezioni, dopo aver studiato il romeno per le 360 ore obbligatorie.

«Diritto prevale»
Crisafulli e soci, inscalfibili: «Prendo atto della decisione del giudice di Caltanissetta che fa prevalere il diritto sulle opinioni», ha detto, commentando la sentenza. Questa è sempre stata la difesa dell’amministratore del fondo Proserpina: «L’estensione didattica in aula remota è nel rispetto del diritto di stabilimento sancito dal Trattato per il funzionamento dell’Unione Europea e, per tale ragione, non necessita di alcun tipo di accreditamento da parte del ministero italiano, in quanto già dotato dei necessari accreditamenti da parte del Governo della Romania e dell’Unione Europea». Il giudice, ora, gli ha dato ragione.


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