Rifiuti Enna. Garofalo e Mussolini – botta e risposta

opera-dei-pupiInutile, ai rifiuti si somma sempre tanta, troppa fuffa. Ci tocca leggere un po’ di tutto, dalle accorate e sperticate spiegazioni dei “poveri” dipendenti ATO, da 5 mesi senza stipendio, con nutrita sequela di espressioni in sindacalese atte a coprire la triste verità di un privilegio che ha causato il comun danno, alle enunciazioni del PD cittadino che sostiene, a spada tratta, che quando c’era Garofalo la raccolta funzionava!

E sì, Garofalo come Mussolini, basta un breve gap temporale, un lieve oblio, una nebbiolina atta a velare i toni, che il governante che fu diviene eroe nazionale (in questo caso comunale) della giusta gestione del tutto.

Ma chiediamoci: cosa funzionava?

Noi di Legambiente abbiamo memoria di una sindacatura Garofalo non di rado limitatasi a garantire una raccolta pagata a caro prezzo ma basata su metodologie da terzo mondo, scelte confuse, non di rado dettate dalla necessità di salvaguardare la grande fetta di elettorato asserragliato nei ranghi di Sicilia Ambiente e dell’ATO Enna Euno.

Enna ha vissuto anni ed anni di preistorica raccolta della “munnizza” quando avrebbe dovuto costruire un civile sistema di differenziazione, di riduzione della produzione, di metodologie atte all’abbattimento dei costi e degli impatti.

Sotto Garofalo si è chiusa la discarica di Cozzo Vuturo, chiusa anzitempo a causa della scellerata visione “no limit” dell’ATO.

Oggi il PD è all’opposizione e quindi gongola (cosa ci sia da gongolare quando i ratti arrivano quasi a pranzare a casa nostra magari poi ce lo spiegheranno “coraggiosamente”), gongola per un fallimento, che noi avevamo annunziato, del primo tentativo della Giunta Di Pietro.

Ma quando c’era Garofalo non si lasciava la chiave alla porta, Benito e Paolo non sono paladini di Carlo Magno nell’opera dei pupi, quando c’era Garofalo, Enna era ai minimi livelli europei per la gestione dei rifiuti, tal quale ad ora, diciamolo! (cit. Fiorello).

Ci piacerebbe che finalmente su queste questioni le forze politiche scoprissero di avere indipendenza, facessero analisi vere e profonde non per il becero gioco di posizione a Sala d’Euno, ma per il bene della città, si di quel groviglio di strade, piazze, case, chiese, gente che ancora ci ostiniamo, noi di Legambiente, a chiamare città!


Giuseppe Maria Amato
Consulente Ambientale
Presidente CEA Sicilia




Riceviamo e pubblichiamo:
Mi fa sorridere l’accostamento che il Dott. Amato fa tra me e Mussolini. Sarà per le comuni origini socialiste. Solo per quello, essendo io antimilitarista e obiettore di coscienza e lui no, essendo io semplice cittadino e lui no, essendo io rimasto socialista e lui no.
Mussolini passò dalla sinistra alla destra, proprio come Lei dott. Amato. Come vede c’è più attinenza con Lei che con me.
Lei passò con la destra, nel momento in cui, andò a rivestire il ruolo di Assessore Provinciale con il Presidente della Provincia Dott. Pippo Monaco. Lo stesso Presidente che ritirò il Decreto Presidenziale che consentiva di utilizzare la discarica comunale.
QUINDI, CHI CHIUSE LA DISCARICA DI COZZO VUTURO FU L’AMMINISTRAZIONE PROVINCIALE DELLA QUALE LEI, DOTT. AMATO, NE FACEVA PARTE, FACENDO LIEVITARE ULTERIORMENTE I COSTI PER I COMUNI.
Per il resto abbia di me l’opinione che vuole, e la esprima pure liberamente, facendo attenzione però a raccontare i fatti di cronaca come stanno. Non può non dire che comunque sotto la mia sindacatura non si sono verificate emergenze sanitarie. Sarò stato magari fortunato, ma non ce ne sono state e il costo è stato abbattuto del 30% sulle bollette dei cittadini, nonostante le difficoltà della gestione dell’Ato che non ho avuto nessuna remora a denunciare pubblicamente.
Nessuno gongola se le cose vanno male Dott. Amato. Io no di certo e mi dispiace vedere la città invasa dai rifiuti, così come mi dispiace vedere una comunità accanirsi, un amico contro un altro, solo per conquistare un articolo di giornale.
Con immutata stima per il rapporto che ci lega Peppe (qui evito il Dott. Amato).
Paolo Garofalo


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Ed infatti non accosto il Paolo Garofalo al Benito Mussolini per quel che ha fatto ed è Garofalo, ma per quel che scrivono gli esponenti di un partito, che dicendo di essere di sinistra e di affondare le radici anche nella storia socialista, oggi naviga forse senza una precisa rotta, così, a casaccio tra i flutti del mare italico.
Mi preme dire che socialista lo sono, lo rimango e che da sempre impronto la mia azione politica ed il mio pensiero a quei valori che un tempo sostavano sotto il “sol dell’avvenire”, vero non fui obiettore di coscienza e non fui certo antimilitarista, feci altro in tal senso, schierandomi da sempre ed apertamente, standoci proprio con la faccia ed i piedi, contro ogni utilizzazione guerrafondaia della mia terra di Sicilia.
Ma questo non penso interessi ai lettori.
La discarica la chiudemmo, è vero, non dopo aver più volte (tutte quelle che ci consentiva la legge) fatto di tutto per tenerla aperta e per tentare di utilizzarla nella maniera più consona. Non fu possibile, la gestione ATO fu tale da rendere impossibile ogni esperimento verso la diminuzione dei rifiuti abbancati, ogni tentativo di salvaguardare quei pezzi del sistema che lo sforzo pubblico aveva consegnato al sistema stesso (leggasi impianto di compostaggio, CIR e CCR).
Si, Paolo, anch’io abbandono così la formalità, la tua sindacatura non ebbe crisi sanitarie, ma questo, che io non ho certo affermato, non consente al PD cittadino di salire in groppa al destriero dei bianchi cavalieri. Il PD ennese è stato il riferimento più che decennale delle scelte operate dall’ATO, il luogo delle decisioni vere. Lì si sono giocate le più importanti vicende che oggi hanno portato allo sfacelo. Come avrai letto rimango critico verso le prime scelte operate dalla vigente amministrazione ma non cerco Beniti passati da porre su piedistalli argillosi, il Paolo che conosco potrebbe invece essere giusta coscienza e limpido faro per chi, nel PD, si appresta a reimparare il mestiere di oppositore, si, proprio quello che imparammo a fare da ragazzi.
Con non solo immutata ma speranzosa stima.
Giuseppe Maria Amato