E così spetterà adesso all’Ato togliere ad Enna gli ultimi cassonetti rimasti (un passaggio che deve essere fatto già da settimane ma che la crisi ha posticipato) mentre al comune, laddove di competenza, il compito di supporto.
Intanto sulla crisi che si è vissuta in questi giorni ad Enna è intervenuto il gruppo consiliare del Pd.
“È sotto gli occhi di tutti il vergognoso degrado in cui versa la città dopo giorni di mancata raccolta ed accentuato dal fatto che il sistema della differenziata ha determinato la presenza di rifiuti organici sotto ogni abitazione provocando il proliferare di animali infestanti” dicono i consiglieri secondo cui “la scelta del sistema porta a porta cosi diffuso quando non si è certi del perfetto funzionamento, espone a rischi che andavano valutati anzitempo e che andavano quanto meno posti quando sono arrivati i segnali di Dicembre relativamente alle ore di straordinario ed ai costi del nolo mezzi”.
I consiglieri ritengono quindi che forse andava ascoltato “chi ha sostenuto la tesi che Enna si sarebbe prestata di più ad una tipologia di raccolta basata su isole Ecologiche ed Ecopunto” concludendo così: “Invece di affannarsi nella ricerca di soluzioni rispetto anche alla gestione, utilizzando il peso della quota societaria (15%) ed esercitando il ruolo di riferimento e guida, quale quello del comune capoluogo, si punta il dito nell’attesa che il sistema collassi, non curanti delle ricadute in termini igienico sanitari ed occupazionali”.
In merito al compito assegnato al commissario e ai liquidatori di mettere mano all’abbassamento dei costi anche i comuni, però, dovranno riflettere sui propri compiti pensando se adesso non sia arrivato il momento di iniziare a deliberare un costo del servizio che sia reale rispetto ai costi. Non è un segreto che alcuni comuni deliberano un costo che non riesce neanche a sostenere il proprio cantiere e questo gap (oltre ad alcuni eccessivi costi) ha anch’esso contribuito a creare il buco.