Enna. I Sindaci e la gestione “puzzosa” dei rifiuti

I Sindaci e la gestione “puzzosa” dei rifiuti

Le loro colpe per il crack di EnnaEuno spa e Sicilia Ambiente

di Enzo Cimino

 

Rifiuti spazzaturaI paesi dell’ennese sono definibili attraverso le sue molteplici facce. Più meste che radiose. Non staremo qui a riesporle, semmai ne aggiungiamo un altro paio inediti. Quella dei luoghi dell’incredulità! Ci sono, difatti, fatti pubblici che stanno in bruttissima mostra da lungo tempo perché perenni, come se è così e deve essere. Si resta increduli, appunto; roba da non credere oppure difficilissimo da credere. Ovunque almeno, fuorché da noi. L’altra è quella dei luoghi nostri come metafora della illegalità fatta prassi.

 

Regola giornalistica è quella di “Prima i fatti, a seguire i commenti e alla fine il giudizio di merito”. Stavolta l’abbiamo girata come una clessidra per manifestare sconcerto sull’assurda vicenda della gestione rifiuti. Incredulità di fronte a cosa? E metafora d’illegalità per cosa? Da 12 anni l’utente paga con tariffe salate un servizio primario che manca, o meglio fermo alla sola raccolta eseguita come nel secolo scorso. La sua gestione è segnata da diffusa illegalità che ovunque sarebbe stata bloccata da tempo. I suoi amministratori hanno goduto, unico caso italiano, d’immunità, o se si vuole di coperture. Proteste e denunce, fino al mancato pagamento delle bollette, hanno cozzato contro spessi muri di gomma. Sono non pochi i controllori, ma nessuno ha controllato. Il clientelismo più sfacciato non ha avuto limiti, pur d’intrecciare intollerabili micro e macro interessi privati. Di fronte a tutto ciò non può che levarsi l’incredulità di chi ha buon senso civico Solo incredulità? Non basta, poiché un oscuro caso pubblico lungo più d’un decennio non può che divenire metafora d’illegalità e mala gestione. Non condivisibile? Può darsi, ma riportiamoci ai fatti che pesano come macigni, eppur canziati da quanti avrebbero dovuto rimuoverli.

Alcuni mettiamoli in riga, almeno quelli che implicano risposte che senza sforzi possiamo darci:

  • Nel 2008 il Collegio sindacale di “Sicilia Ambiente” spa non approva il Bilancio denunciando malefatte, falsi contabili e illeciti. Presidente di EnnaEuno spa era Crisafulli che stendeva il suo lenzuolo protettivo sui sindaci, zittiti con assunzioni lottizzate. L’ex sen. fece schizzare i debiti a circa 80 milioni d’euro, annullò i vincoli gestionali e legali. Come dire, fece saltare il banco! Eppure, Sindaci lo protessero. Anzi fu eletto Senatore e definito Barone Rosso.
  • Per gli anni a seguire non furono più approvati i Bilanci annuali, sia pur il servizio passasse sotto la gestione diretta di EnnaEuno spa (soli proprietari i Sindaci). Del resto, era impossibile venirne a capo. Bancarotta fraudolenta o Stato d’insolvenza ovunque sarebbero stati ritenuti atti dovuti. Non sia mai, forse perché ad Enna le Leggi dello Stato erano (lo sono ancora) un optional in quel periodo.
  • Il crack economico-finanziario assurdamente resistette fino al 2013, anno della messa in liquidazione di Sicilia Ambiente ed EnnaEuno, dando seguito alla Legge reg.le sulle nuove SRR.

 

L’andazzo gestionale non mutava, anzi peggiorava per arrivare all’ultima crisi di questi mesi. Con essa, mentre P. Armerina e Nicosia si defilano (come dar loro torto?), riemergono gli antichi mali in forme estreme. Difatti, i dipendenti non sono retribuiti, i rifiuti non vengono raccolti, le discariche sono chiuse, i debiti s’ammassano e i costi sono a ruota libera. I commissari reg.li da 3 anni vanno e vengono mancando delle essenziali capacità manageriali; e i Sindaci si riuniscono per decidere sul nulla spingendo all’inverosimile la crisi aziendale. C’è da restare increduli!

 

Non c’è persona che non si sia disgustata per il noto dissesto della Banca Etruria. Fatti i dovuti rapporti, quelli di “EnnaEuno” e “Sicilia Ambiente” sono ben più gravi e sconcertanti. Possibile?, si direbbe con ipocrisia. Ma noi lo stesso ricordiamo questi dati, anche se mancano i bilanci.

  • Le Banche non fanno credito neppur d’un euro dopo che hanno subito danni finanziari per non pochi milioni. Eppure anche un modesto negoziante ha la banca di fiducia.
  • I Dipendenti sono circa 370. Una situazione insostenibile, e da irresponsabili, che azzera qualsiasi tentativo di risanamento.
  • Discarica chiusa, disorganizzazione aziendale e costi smisurati e fuori controllo rendono impossibile anche il minimo d’ordinarietà economica. ll servizio di raccolta manca di precondizioni basilari.
  • Tra I Comuni e EnnaEuno vige un sistema, segnalato dal Sindaco Dipietro, a dir poco contro legge, e a danno totale dei Comuni e dei cittadini. Difatti, il Piano annuale per la gestione locale dei rifiuti è dettato dal gestore e ratificato dai Consigli Comunali. L’esatto contrario di quanto previsto dalle norme in materia, per cui i Comuni sono divenuti sportelli di Bancomat per EnnaEuno!

 

EnnaEuno con Sicilia Ambiente sono il Pentolone di quel clientelismo che fa solo sfascio economico e morale. Tutto bolle dentro, ma nenti coci. A tenere il fuoco a fiamma bassa sono i Sindaci, non solo del passato ma anche del presente. Sono fatti così: per loro illegalità gestionale, crack aziendale, protezione clientelare, assenza d’un servizio primario, incompetenze nocive possono cuocere quanto si vuole. Tantu, a pignata nun si scuperchia! Pirchì?

Per la Procura della Repubblica e per il Tribunale le vicende di EnnaEuno e di Sicilia Ambiente non sono mai state degni della loro attenzione, quantomeno per prevenire possibili atti illegali. Non siamo giustizialisti, tutt’altro. Ma in questo caso alcuni accertamenti andrebbero fatti.