L’università del Tempo Libero di Aidone nasce ultima in un panorama ricchissimo di esperienze associative, ma, come ha fatto notare nell’introduzione la presidente Rosanna Mannino, non si sovrappone a nessuna di quelle esistenti ma si propone come scopo primario quello di qualificare il tempo libero con un’offerta culturale e ricreativa in cui predomina lo scambio di competenze anche tra generazioni diverse; dove i soci e gli ospiti sono ora docenti ora discenti, in un proficuo scambio di ruolo e dove ci si apre al contributo di esperti per l’approfondimento e la formazione permanente.
È stata quindi cercata la situazione migliore dove esporre il proprio manifesto: ospitando domenica pomeriggio, presso la Fondazione Marida Correnti, la prima provinciale in assoluto di Serena Raffiotta, reduce da una vera e propria tournée, che l’ha portata da Catania a Palermo a Siracusa e Caltanissetta e per ultimo a Cefalù, spesso insieme alla archeologa Maria Lucia Ferruzza coprotagonista di questa storia. Per non parlare della sua presenza in vari articoli su testate nazionali e siciliane fino a quella nella trasmissione della Rai “Petrolio”, di questo lunedì, dedicata ai nostri giacimenti culturali sottovalutati e bistrattati!
La cittadinanza ha accolto in modo entusiastico l’iniziativa riservando, alla competente e coinvolgente relazione dell’archeologa Raffiotta, attenzione e consenso. L’attesa del rientro del prezioso reperto, attualmente detenuto, in quello che appare un vero e proprio sequestro giudiziario, a Palermo, è stata in qualche modo compensata dall’incontro con chi è stata diretta protagonista del ritrovamento del corpo del reato.
Purtroppo alla base c’è sempre la convinzione di molti, tra giornalisti ed addetti ai lavori, che un piccolo museo, come quello di Aidone, non può trattenere per sé tali tesori, vista anche la difficoltà logistica di raggiungere il centro Sicilia sempre più abbandonato a sé stesso con infrastrutture da quarto mondo e strade che sono sempre più simili a trazzere.
Nonostante la chiusa polemica della relazione della dottoressa Raffiotta, che chiedeva conto dello stato dell’arte nella rimozione della famigerata scala di ferro a Morgantina, la provocazione non è stata colta dal sindaco che continua a rinviarne la decisione alle autorità regionali.
Franca Ciantia