Sottosegretario Faraone su Kore: distinguere funzioni istituzionali dai destini politici o di parte
Enna-Politica - 21/04/2016
Enna. Senza tanti giri di parole il sottosegretario di Stato alla Pubblica Istruzione, Davide Faraone, all’incontro con gli studenti presso l’auditorium della Kore, ha detto chiaramente che bisogna “riuscire a distinguere le funzioni istituzionali che appartengono complessivamente alla società, dai destini politici o di parte”. “Lo dico -ha affermato- da persona che fa politica, che l’ha fatta e continua a farla con il massimo della passione ma che quando svolge il ruolo di sottosegretario sta distante anni luce dalle vicende di parte o personali”. Un modo questo, secondo Faraone, per poter svolgere “costantemente e costruttivamente il ruolo istituzionale e di uomo di Stato”. Il sottosegretario ha quindi sottolineato che “questi due elementi hanno frenato la crescita complessiva” dell’università “al di là –ha proseguito- di tutto quello che voi avete fatto”. Un fatto questo, a detta sua, “per cui c’era e c’è nel resto del paese, e un po’ anche nel ministero, una sorta di pregiudizio quando si ha a che fare con l’università di Enna”. “Io mi sento di assumere, di prendere un impegno –ha aggiunto Faraone- proprio per avere conosciuto direttamente quello che si sta facendo e gli importanti investimenti in campo e cioè di lavorare nella direzione di riuscire a costruire un circuito finalmente virtuoso e non di decremento da parte dell’istituzione pubblica per questa università. E’ un impegno che mi assumo personalmente, in quanto sottosegretario alla pubblica istruzione, ma chiedo anche a voi di assumere un impegno: dimostrare un cambiamento rispetto ad alcuni elementi che devono, secondo me, costruire condizioni affinché si tolgano dalle aree di questa università i piombi che non le hanno consentito di volare in alto. Se ci sarà da parte vostra questo atteggiamento e questa volontà positiva, da parte mia ci sarà un sostegno pieno e la difesa totale di questa istituzione che io reputo di serie A e non di serie B”.
Il sottosegretario ha anche rimarcato che la sua “presenza poteva o può scatenare polemiche sul territorio” o “anche in ambito regionale e nazionale”. “Ma son venuto qui –ha chiarito- per il rispetto che devo ai quasi diecimila studenti che sono iscritti in questa università provenienti da tutta la Sicilia; studenti che meritano il massimo da un’università che il ministero ha sempre riconosciuto e che non c’è nessun motivo di trattare diversamente dalle altre; per rispetto che devo al corpo docente, al personale amministrativo e al gruppo dirigente. Io chiedo –ha concluso- una cosa: la qualità e il credere costantemente in quello che state mettendo in campo, perché noi abbiamo un dovere innanzitutto verso le nostre coscienze e cioè di formare in tutti i settori ragazze e ragazzi, la classe dirigente di questo Paese. Chiedo soltanto che voi siate un’università ambiziosa profondamente radicata in questo territorio”.
Giacomo Lisacchi