Enna. Don Rugolo: “Il Grest ha una funzione sociale”

grest 2015, un momento tra vescovo, rugolo ed animatoriMancano ormai poco meno di due mesi alla fine della scuola, una pausa estiva che segna anche l’inizio di tutta una serie di appuntamenti che mirano ad impegnare i giovani. In questi anni a richiamare l’attenzione sono stati i Gruppi ricreativi estivi, i Grest che tanto piacciono ai bambini. Concepiti all’inizio come uno svago estivo, con il passare del tempo hanno assunto invece un ruolo più educativo. Della sua funzione sociale ne abbiamo parlato con padre Giuseppe Rugolo che con la parrocchia Duomo lo scorso anno è riuscito a mettere insieme oltre duecento bambini, numeri che si preannunciano più alti quest’anno. Ad oggi, anticipa don Rugolo, si è arrivati a 350 tra bambini e animatori. Il via sarà il 20 giugno ma un’anticipazione verrà data due giorni prima quando, rivela Rugolo, in piazza Duomo verranno accolti i bambini della Bosnia ospiti in Sicilia.
Ma qual è il ruolo del Grest? Rugolo spiega che “l’intento è quello di far vedere i segni positivi del territorio e formare i ragazzi all’amore per la città”.
Ed in questa ottica sono previsti nuovi lavoratori pratici e virtuali che mirano alla riscoperta della cultura e dell’educazione civica. Sono stati fatti, quindi, convenzioni con società sportive, culturali, sociali e realtà confraternali per andare oltre quello che è il baby parking.
“Per dare al Grest una funzione educativa non è sufficiente avere buone capacità amatoriali ma occorre una seria formazione umana, culturale e cristiana che permetta di far crescere il bambino e gli animatori” spiega padre Rugolo aggiungendo che “quest’anno abbiamo previsto un salto di qualità, forti di un percorso invernale, perchè ci stiamo avvalendo della collaborazione di esperti di pedagogia”. Il giovane sacerdote ha quindi invitato a vedere il Grest “non come un’esperienza stancante ma entusiasmante” ed ha aggiunto che “sono previste venticinque attività ed un evento straordinario ogni giorno diversi sulla promozione umana dei ragazzi grazie alle associazioni del territorio ed in particolare alle realtà parrocchiali”.