Valguarnera. Il poliambulatorio trasferito presso un’ala della scuola Media “Lanza”

valguarnera scuola media Francesco LanzaValguarnera. Il poliambulatorio trasferito in una Scuola. La soluzione individuata dal sindaco Francesca Draià di spostare, se pur provvisoriamente, i servizi poliambulatoriali presso un’ala della scuola Media “Lanza”, dopo il fallimento della trattativa col Boccone del Povero, non è condivisa affatto dal personale della scuola e dalle famiglie degli alunni. “Da qui non ci muoviamo” avevano dichiarato a caldo- alcuni di loro- dopo il sopralluogo di giovedì mattina effettuato dai dirigenti Asp, dai loro tecnici e da una delegazione comunale capeggiata dal vicesindaco Concetta Greco. Certo una soluzione si doveva trovare, dopo la chiusura a tempo indeterminato del poliambulatorio, disposta dai Nas lo scorso 18 aprile. Una soluzione immediata che sottraesse centinaia di utenti di spostarsi giornalmente ad Enna o Piazza Armerina per esercitare un diritto fondamentale qual è la salute. “Ma proprio quell’edificio non doveva essere toccato”- ribadiscono ancora oggi alcuni insegnanti che hanno voluto mantenere l’anonimato- un edificio che ospita il tempo prolungato e la mensa scolastica. Non solo, ma che è stato rimesso completamente a nuovo, a seguito di finanziamento regionale di 600 mila euro ed è dotato di strumentazioni scolastiche all’avanguardia come lavagne interattive e multimediali per ogni aula. Aule quindi nuovissime di zecca e utilizzate a partire da questo anno scolastico. Da non trascurare il fatto che questa scuola è stata ristrutturata con fondi pubblici destinati all’istruzione e non per uso diverso da essa. Andare adesso a dotare questa struttura di lavandini, di nuovi impianti idrici, di nuove linee telefoniche, di mattonelle e di quant’altro serva ai medici per svolgere la loro attività, così come prescrive la normativa sanitaria, per molti è una follia. Senza considerare il fatto che quelle aule ospitano il tempo prolungato di 36 ore, che col prossimo anno scolastico potrebbero saltare nel caso in cui l’Asp non dovesse essere in grado di lasciare i locali, il che creerebbe gravi ripercussioni ad insegnanti e famiglie. Ma come si fa a smantellare una scuola nuova di zecca, rifatta con fondi pubblici, inaugurata non più tardi di un anno fa in pompa magna! E’ possibile che non ci sia un alternativa? E’ possibile togliere ai ragazzi, tempo prolungato, sala mensa, lavagne interattive, senza battere ciglio? E’ possibile destinare una scuola rifatta con finanziamenti pubblici per un’altra destinazione d’uso? “Ancora di ufficiale non ho ricevuto nulla –dichiara il preside Giovanni Ferro- Ho avuto ad oggi un incontro interlocutorio con l’amministrazione e nulla più. Certo mi dispiacerebbe che la nostra scuola nuova di zecca e appena inaugurata, venisse destinata ad altro scopo. Sono a conoscenza che il personale della scuola è fermamente convinto a non concedere i locali, mi confronterò con loro e assieme al consiglio di istituto prenderemo le decisioni opportune. Voglio far notare- continua- che a breve con i lavori di ristrutturazione del plesso elementare Mazzini ci servono nuovi locali e queste aule sarebbero servite per ospitare gli alunni. Dove li porteremo i nostro alunni, quando inizieranno i lavori? E’ quello che mi chiedo”. Il sindaco ieri aveva dichiarato che si tratta di un sacrificio temporaneo, di appena tre mesi, sino all’inizio del nuovo anno scolastico, poi le branche specialistiche saranno spostate nel loro luogo naturale che è il poliambulatorio. Solo che di lavori ancora non se ne parla, l’Asp starebbe ancora elaborando il compito metrico e il progetto, ma conoscendo i tempi della sanità è probabile che i termini prefissati saltino. Ce la faranno in soli 3 mesi ad essere pronti?

Rino Caltagirone