Gestione rifiuti urbani ed acqua pubblica, basta più
con EnnaEuno ed Enna Acque
di Vincenzo Cimino
Prendiamo alla larga il problema dei rifiuti e dell’acqua perché si pensa, come è solito, di poterli bollire con fiammelle a fuoco lento, così come si fa con quelli sopra citati e con quelli ben più impegnativi dell’inviluppo e dell’inaridimento della Sicilia Interna e, pertanto, dei nostri territori. Per ridurla a battuta, i tanti problemi, piccoli o grandi che siano, non solo non vanno a cottura, ma mai bollono.
È vero, le due fiammelle si sono ravvivate. Il sindaco di Enna Dipietro, che vorrebbe la gestione dell’acqua in mano pubblica, è il neo presidente dell’ATI. Un atto rilevante la sua elezione che, se ha una logica, dovrebbe scatenare azioni che spezzino la sudditanza agli interessi della spa Enna Acque. Per carità non è una colpa, anzi per la Sociatà ha significato guadagni enormi. Solo che è avvenuto a danno degli utenti per via delle tariffe esose e dei Comuni a causa d’una gestione che non li favorisce.
In tal senso, portando la fiamma al punto giusto di cottura, Dipietro dovrebbe provvedere a: a) rivedere varie parti del contratto che affida il servizio idrico per la durata, pare, di 25 anni. C’è non poco da vagliare, e speriamo da correggere; b) fare luce sull’oscura vicenda della chiusura della municipalizzata AMAL, anche se poteva restare in vita sotto forma di S.p.A. c) progettare un piano economico-finanziario di gestione pubblica evidenziandone tempi e vantaggi. In tal modo la fiammella restare accesa, sempre metaforicamente.
C’è l’altro problema dei rifiuti che dal lontano 2004 è la sommatoria delle peggiori forme gestione del servizio pubblico. Illegalità sparsa, disastro economico e finanziario, stato di bancarotta, fuga dei soci dalla spa EnnaEuno, dipendenti allo sbando, tassa alle stelle per dare poco o nulla ai cittadini. Tutti lo sanno: è una vergogna oltreché uno scandalo !!!
Anche qui, qualcosa si muove, ma è poco, troppo poco. Finalmente si discute per approvarlo il piano comunale di gestione senza che il Cons. Com.le sia passacarte e copertura di sciagurate operazioni di un nefando potere, che porta nome e cognome a tutti familiari. Inoltre, si va verso la gestione comunale e in autonomia da EnnaEuno. Giusta tale scelta se intesa in via temporanea per “ripulire” il servizio. Anche questi due fatti rilevanti, dei quali va colto il segno. Non a caso sono stati costretti ad uscire allo scoperto coloro che si sentono vicini ai responsabili del crack, o meglio agli irresponsabili politici. Come dire, almeno lo scontro è visibile. A sto punto, come quello per Enna Acque, la fiammella deve divenire fiamma viva e intensa affinché il coperchio del pentolone “munnezza” cada. Pertanto a Dipietro non resta che: a) Farla finita con EnnaEuno chiedendo al Tribunale la verifica del suo stato d’insolvenza e la nomina di un commissario; b) Chiamare la Procura ad appurare responsabilità remote ed attuali di quanti hanno avuto le mani in pasta; c) Progettare per il prossimo futuro le nuove forme di Servizio integrato dei rifiuti.
Le società per azioni Enna Acque e Enna Euno sono stati capisaldi del sistema politico, elettorale e clientelare di Crisafulli. Hanno sostituito negli anni quelli del PD e dei governi locali fino a subordinare questi ai loro interessi. Oggi, si vuole che non sia più così. Il PD è commissariato con due degne persone, Carbone ed Antoci, e molti Comuni hanno Sindaci eletti in alternativa ai compari delle due società. La fine del crisafullismo è ormai nella logica dei fatti, che sono testardi. Si apre la nuova fase della ricostruzione che riguarda tutti, almeno coloro che intendono uscire dalle logiche e schemi politici del passato.