Catenanuova. Processo “Go Kart”, inflitte condanne per 168 anni di carcere

180214 enna mafia go kartIl processo a carico di 19 imputati, ritenti appartenenti alla criminalità organizzata, coinvolti nell’operazione antimafia “Go Kart” su traffico di stupefacenti e racket delle estorsioni, si è concluso con condanne per 168 anni di carcere. L’operazione lo scorso 18 febbraio aveva portato ad oltre 50 arresti tra Catenanuova, Regalbuto, Centuripe, Catania e l’hinterland etneo.

Nel pomeriggio di oggi la sentenza del Tribunale di Enna, Presidente Giuseppe Tigano, giudici Alessandra Maira e Marco Minnella. Pubblica accusa rappresentata dal P.M. Roberto Condorelli, che aveva chiesto condanne per complessivi 184 anni di reclusione.

Ad essere condannati ritenuta la continuazione dei reati ascritti a ciascun imputato:
alla pena di anni 10 di reclusione Mario Caputa, Prosperino Di Marco, Andrea Maugeri, Giuseppe Scafidi
alla pena di anni 11 di reclusione: Stefano Guagliardo, Michael Prestifilippo Cirimbolo, Antonino Saccone, Salvatore Chisari, Angelo Di Stefano (e 12.000 € di multa)
alla pena di anni 17 di reclusione: Salvatore Leonardo
alla pensa di 8 anni di reclusione Salvatore Marletta (e 8.000 € di multa)
alla pena di anni 7 di reclusione Filippo Passalacqua
alla pena di anni 9 di reclusione Prospero Riccobene (e 9.000 € di multa)
alla pena di anni 12 di reclusione Carmelo Tirendi
alla pena di anni 10 di reclusione Salvatore Venia
inoltre, gli imputati sono stati interdetti in perpetuo dai pubblici uffici, legalmente interdetti durante l’esecuzione della pena e sospesi dall’esercizio della podestà genitoriale; al pagamento delle spese processuali e a quelle di mantenimento in carcere durante la custodia cautelare. Infine al risarcimento dei danni ed alla rifusione delle spese in favore della parte civile FAI Associazione antiracket “Gaetano Giordano” di Gela, determinando le spese processuali in € 6.000 oltre spese ecc.. e rimettendo al competente Giudice Civile per la liquidazione dei danni.
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Sono stati assolti Mario Catalano Puma e Mario Scalia (a cui viene restituita la somma sequestrata)dal reato perchè il fatto non sussiste ed Angelo Di Stefano per non avere commesso il fatto.