Università popolare di Leonforte su “Mafia di ieri e di oggi”

LanzichenecchiL’università popolare lunedì pomeriggio ha discorso di mafia. Dopo l’attentato ad Antoci, presidente del parco dei Nebrodi, e le minacce a Fabio Venezia, sindaco di Troina, il feudo dei “tortoriciani” sul demanio silvo-pastorale della “Val Demone” ha riacceso l’attenzione sulla vecchia cosa nostra. 50 mila euro di affitto per 1000 ettari di terreno all’anno, con un guadagno di 500 mila euro. Il Sindaco di Troina Fabio Venezia da mesi vive con la scorta per le minacce della mafia dei pascoli e in una recente intervista radiofonica ha dichiarato: “Ho solo 6 carabinieri”. il Parco dei Nebrodi ha un’astensione di 86.000 ettari di territorio e l’Azienda speciale Silvo-pastorale di Troina ne gestisce 4200. L’azione di Antoci e Venezia ha intensificato i controlli su questi pascoli e ciò ha esasperato gli animi, con un ritorno ai vecchi metodi. Questi fatti di cronaca recente hanno permesso alla professoressa Maria di ricordare la necessità di un nucleo distaccato e permanente di P. S. nel 1954 in quel di Leonforte, interessato da bande armate e latitanti vari. La banda Stivale, racconta la professoressa Lo Gioco, spadroneggiava per i campi costringendo i proprietari ad abbandonarli e il professore Nigrelli conclude con un gioco letterario echeggiante Manzoni. I bravi che nel nome di quel Rodrigo intimidirono don Abbondio, inducendolo a imprecare contro Fra Cristoforo e le sua pretesa di drizzar le gambe ai cani, cos’erano? Don Abbondio che operò contro giustizia adducendo la necessità dell’aver salva la vita al Borromeo inquisitore, cos’era? Mafiosi, pavidi e eroi? Al tempo dei Lanzichenecchi quel quid intesa mafia già esisteva? La mafia è un’organizzazione strutturata e persistente nel territorio, ma di certo è anche un neo nell’animo di chi la respira come cosa ineludibile e intramontabile. Da lunedì fino alla conclusione delle lezioni, prevista per la fine di giugno, l’università popolare si occuperà di Costituzione “prima di cambiarla impariamo a conoscerla” con un’accenno storico alla Costituente e alle madri e ai padri della Repubblica.


Gabriella Grasso