Sindaci e “Progetto Sicilia Interna”.
Quando la POLITICA non è di casa!
di Enzo Cimino
Perché una tale caduta libera dell’attuale classe dirigente che pur s’è rinnovata, almeno in parte nell’ultimo biennio? Perché pensiero e azione collettiva si sono ringrinziti? Perché il sentire comune s’è sciolto nel nulla? Diversi perché dunque, e tante analisi per trovare risposte, di certo. Ce n’è una di queste che ci convince più delle altre: DA NOI, LA POLITICA NON E’ DI CASA! Non che prima alloggiasse in grandi luoghi ben areati, ma in ogni modo vi risiedeva; e bussando c’era sempre chi apriva la porta della partecipazione. E soprattutto, se ad aprire era la POLITICA per una migliore qualità della vita, e delle idee di crescita economica.
Oggi è stata sfrattata per essere abitata da aggregazioni elettorali “usa e getta”, da soliti notabili a “tempo indeterminato”, da soggetti del “posto giusto nel momento giusto”. Questi fanno politica, è vero, ma serve a fluttuare quel tanto nello stagno dall’acqua senza l’ossigeno che assicura vita pubblica attiva. Hanno rimpiazzato i Partiti divenuti contenitori vuoti e senza credibilità, che si riempiono solo nelle elezioni naz.li e reg.li. Non sono capaci d’esprimere politiche del Territorio essendo estranee ai loro schemi culturali e alle ragioni che spiegano il loro operare. Eppure, hanno riscosso fiducia piena per i loro NO agli apparati partitici autoreferenti e asfittici, all’arido politichese dei poteri locali, alla caduta del rigore morale di certi potentati. Con questi NO hanno vinto, ma senza i “SI” ai grandi temi stanno al palo. E’ come se non volessero entrare in partita, sentendosi attivi solo con aridi localismi che portano dritti all’isolamento.
I SI conquistano consensi d’altro tipo perché sono la POLITICA, che non è categoria astratta, indefinita. È idea e azione di governo non solo del Comune, ma del suo Territorio di riferimento. E per quelli ennesi è la Sicilia Interna, parte primaria dell’Isola anche se spinta verso il grigiore della triste solitudine. In Essa ritroviamo la comune identità storica e culturale ma pure i problemi sociali ed economici del presente, oltreché i fattori di crescita nel futuro. I presunti politici per essere veramente tali, pongano lo sguardo e la mente sulla Sicilia degli Erei, del Vallone, delle Madonie e dei Nebrodi. Assieme potranno approntare un programma strategico di sviluppo, e divenire interlocutori credibili del Governo Renzi che ha già sottoscritto e sottoscriverà “accordi” con gli Enti Locali in diverse aree del Sud. È un nuovo meridionalismo che privilegia i Territori, ma solo se sono dotati di progetti funzionali alla loro crescita. E poi per sbatterlo con dignitosa irritazione sul tavolo di Crocetta, il quale con un suo atto ci ha escluso dalle aree interne della Sicilia nel colpevole silenzio-assenso dei nostri sindaci, forse disinformati e disinteressati.
L’elaborazione di un tale Programma è POLITICA, essendo la risultante di competenze, cultura del Territorio, impegno corale. Non mancano sedi, intelligenze e voglia di metterci la faccia. L’Università Kore in tal senso può divenire il Luogo di studio e progettazione, i Sindaci i Motori di spinta e le Forze sociali le Fonti delle istanze. E questa è POLITICA per essere rappresentata con una storica Assemblea della classe dirigente della Sicilia Interna che si ritrova al di fuori dei loro confini municipali.
Sarebbe il bel ritorno alla Politica che piace alla gente. Diversamente, magari passando per l’Antipolitica che usa le parole come sputi, si approda negli spazi spogli e asciutti della Non Politica, che tiene lontano dalle Istituzioni Locali e dalla partecipazione pubblica il cittadino.