Enna. Riprende la scena la rumena Università di Galati

Enna. Riprende la scena la rumena Università di Galati

Gli attori? i soliti noti

di Vincenzo Cimino

 

crisafulli 26luglio2016Torna in scena l’Università rumena “Dunarea de Jos”. Concluso il 1° anno accademico del corso di laurea in medicina, con i suoi attori big si compiace per i risultati ottenuti sui diversi fronti. Già, perché si son dovuti difendere dai nemici, sia pur non dai Caschi Blu dell’ONU! I big sono risaputi: l’ex sen Crisafulli protettore della sede ennese; il dr. Bischescou, direttore del remoto Ateneo di Galati; l’avv. Sinagra del foro romano, noto legale del capo della P2 Gelli (non è assolutamente una colpa). Cantano vittoria, ma contro chi? Non il MUIR, che nella sostanza il Tribunale gli darebbe ragione. I nostri passano, tuttavia, al contrattacco. Per una ragione alta: “restituire l’onore a tutti quelli che ci hanno creduto”. Va all’assalto l’ex sen. (già pronto a definirsi “la Dunarea son IO”), comunicando che denuncerà il Ministero, e quindi la Ministra, per calunnia e diffamazione; esigerà un milione di euro a titolo di risarcimento; ricorrerà al TAR per l’annullamento degli atti del MIUR. Sulle azioni di denunce Crisafulli non va preso sul serio: annuncia con il suo avvocato, ma poi non va in Procura. Ci consta personalmente. Ma c’è un aspetto ben più grave. Per più di 20 anni è stato parlamentare, prima del PDS-DS e poi del PD; è esponente regionale di questo partito, dominato in Sicilia da modesti cacicchi di piccole tribù. Ebbene, sarebbe il primo a denunciare una Ministra della Repubblica sul piano penale per atti del suo ufficio da un senatore, sia pur ex, del PD, il cui leader è presidente del consiglio. Cosa dire? E’ verosimile che, oramai, l’ex sia vittima del personaggio che gli hanno cucito. Va pure all’arrembaggio l’avv. Sinagra, prendendo per terribili ignoranti in materia giuridica europea i giudici del Tribunale nisseno. Vivaddio, è pur vero che il diritto a criticare le sentenze è inviolabile, ma un po’ di stile, se non riguardo, è dovuto. Il terzo, il dr Bischescu, nel suo abbordaggio usa armi senza botto, tantè che con toni meno scoppiettanti sottolinea che la sua Università è ad Enna per “fare educazione e non processi”, “si prepara per un corso di laurea all’insegnamento” (di quali discipline?); “si impegna a far proseguire gli studi in Romania”.

Regola fissa dell’informazione è: prima vengono i fatti, e non il falso; poi le opinioni, essendo queste di chi le manifesta e i fatti di tutti. Stavolta, è stato capovolto il procedimento, poiché certe espressioni di pensiero e di volontà hanno assoluta priorità per essere commentati. Passiamo ora ai fatti passati per quelli che erano e sono, mettendoli in sequenza.

– Circa 2 anni fa e in prossimità dell’elezione del sindaco d’Enna, si costituisce la Fondazione Proserpina di Crisafulli per gestire due corsi di laurea della sconosciuta Università rumena di Galati. Il lancio è fatto d’annunci e foto utili al candidato Crisafulli (lo slogan è “Enna sono Io”); con l’ambiguo sostegno del governo Crocetta; con l’appoggio attivo di Salerno e la Kore; con dirigenti dell’ASP che affidano a muta a muta un piano del Nosocomio ennese; con la vaga attenzione d’organi dello Stato. Insomma, nessuno osi toccare il culo della tigre).

– Solo ViviEnna vuole vederci chiaro, partendo da un punto inamovibile: il rispetto della Legge dello Stato Italiano. Scopre a) che la Fondazione crisafulliana è, di fatto, inesistente; b) che il Ministero dell’Università è bai passato, credendo sufficiente il placet di quello rumeno; c) che l’Az. Sanitaria non ha prodotto atti formali, ma solo abusi di dipendenti sodali; d) che la Kore non può “ospitare” la Dunarea de Jos; e) che il Prefetto si chiude in un silenzio immotivato, o almeno non informa.

– Nella tarda estate 2015 ci sono, usando un eufemismo, le correzioni di rotta. Difatti, 1) Crisafulli, dopo aver prima “mentito” per mesi sulla Fondazione, crea una società privata di capitale per gestire servizi logistici; 2) l’Università rumena ad Enna “estende un’aula didattica remota”, rimarcando che il corso ha i percorsi formativi rumeni, e perciò diversi da quelli italiani; 3) Salerno non mette più la sua faccia, tenendo fuori gioco la Kore; 4) il Prefetto apre un’inchiesta sulle Fondazioni, ma viene trasferito ad Isernia; 5) Assessore reg.le e ASL annullano le gravi decisioni locali; 6) la Procura decide d’indagare.

Ministra e Sottosegretario del Governo italiano affermano più volte che non riconoscono i corsi rumeni di medicina, giudicati “fuori legge” per come erano presentati inizialmente.

Questi sono fatti dalla testa dura contro i quali neppur ha potuto quella di Crisafulli. Oggi, con essi il contesto è più trasparente. Ha quindi ragione l’avv Sinagra quando afferma che “gli studenti sono iscritti e immatricolati in Romania”, il che potrebbe voler dire che il corso non necessita d’ammissione ministeriale, essendo privo di valore in Italia. Quantu scrusciu ppi nenti, allora? Nient’affatto, restando molto da dire sulla vicenda. Questa si presenta come un poliedro con 4 facce: la Politica, l’Alta Formazione, l’Università Kore; le attese degli studenti con le loro famiglie. Lo faremo con un prossimo articolo.