Consorzio Bonifica Enna: per il 50% della forza lavoro licenziamento?

Margiotta GiuseppeIl Commissario straordinario dei Consorzi di Bonifica della Sicilia Orientale (Enna, Caltagirone, Ragusa, Catania, Siracusa e Messina), ingegnere Giuseppe Margiotta interviene sulla situazione del Consorzio di Bonifica ennese, dove i lavoratori hanno accusato il direttore, Gaetano Punzi, di comportamento antisindacale ed anche di minacce di licenziare il 50 per cento della forza lavoro.
L’ing Margiotta sottolinea, giustamente, che la situazione in cui versano questi Consorzi in questo momento è molto delicata. “Ma proprio la situazione di profonda difficoltà che attraversano tutti i Consorzi della Sicilia e in questo caso il Consorzio di Enna esordisce l’ing. Margiotta – difficoltà economiche e organizzative che si riversano quasi per intero sul personale e sulle loro famiglie, mi induce a qualche “riflessione a voce alta” che ho già esternato ai sindacati qualche giorno fa assieme al profondo rispetto che nutro, da dirigente pubblico e da cittadino, per tutte le istituzioni”. “A proposito della denuncia che proprio i sindacati sono stati costretti a fare pubblicamente prosegue Giuseppe Margiotta – posso dichiarare che non è mai stato tra i miei intendimenti procedere al licenziamento di personale in servizio nei Consorzi, per cui risulta fuori da ogni logica e ragionevolezza parlare a cuor leggero di “licenziamento di almeno il 50% degli addetti” come se si trattasse di sconti di fine stagione”.
“Senza entrare nel merito dei rapporti amministrativi interni al Consorzio di Enna, devo precisare – continua Margiotta – che qualsiasi scelta in materia di assunzioni e licenziamenti spetta al Commissario, quale legale rappresentante dell’Ente e a nessun altro e l’argomento non è mai stato all’ordine del giorno e – come si dice adesso – non è nella mia agenda! Tutti dovrebbero avere chiaro che il problema principale, come per altri Enti, è la riduzione dei trasferimenti di somme per il personale da parte della Regione, costi che dovrebbero in teoria ricadere per intero sugli agricoltori, già afflitti da mille problemi. Non si tratta dunque di esubero di personale quanto, semmai, di scelte politiche, di difficoltà economiche oggettive da parte della Regione, di problemi organizzativi e strutturali a cui si vuole porre rimedio con la riforma dei consorzi in Sicilia, che prevede l’accorpamento degli undici consorzi attuali in due grandi strutture, quella Orientale e quella Occidentale”.