I corsi rumeni visti da 4 angolature
il MIUR, la Dunarea de Jos, la Kore e la s.r.l Proserpina
di Enzo Cimino
– La prima è quella degli studenti e loro familiari. La spesa ad anno sarebbe di circa 17000 euro – iscrizione, fitti, viaggi etc. -Arrotondando, si graverebbero d’un investimento di circa 80 mila euro. Nulla da ridire, anzi auguriamo un gran bene. Ma sulle loro attese occorre essere affidabili, trasparenti, onesti. Ossia, sto corso contrasta con il Decreto Lgs 206 del 2007; la laurea rumena non avrà in Italia valore legale. Il futuro? Per scrutare il suo orizzonte ottimisti e imbonitori, speranzosi e furbastri non possono giocare questa partita, potendola truccare. A tutela degli studenti e loro familiari.
– Un’altra angolatura è quella dell’Università rumena. Nessuno diffida della qualità e livello della loro offerta formativa; così pure della loro coerenza, avendo detto dall’inizio del corso che non si sentono vincolati alla normativa italiana e non fanno riferimenti alle direttive europee. Traducendo significa che, per loro, i corsi tenuti ad Enna rientrano solamente nell’ambito della Romania. Dunque, si diverrà medici in questo Stato ma non in quel d’Italia. Se questa è verità per loro, per noi è NI?
– Terza angolatura è quella dell’ Università Kore. Purtroppo assecondò, un po’ di fatto e un po’ a parole, la fase d’avvio del progetto crisafulliano. Giustamente, dopo mesi Salerno prese le distanze risultandogli chiaro che poteva mettere a rischio solidità e crescita del nostro Ateneo. Se, però, s’è tirato fuori avviando un proficuo rapporto con il MIUR, è rimasto fermo sull’altra idea che sta nella testa di tanti: la facoltà di Medicina di Kore. Pare che non si voglia ricavare da essa un progetto, almeno di massima e fattibile. Nondimeno si sta al palo, ogni tanto un po’ di brusio con frasi di rito. È vero, il percorso è lungo e con molte curve, ma non si è al kilometro zero. Difatti, un corso di medicina dell’Università di Palermo c’è già, a Caltanissetta. Basta coinvolgere nel progetto il consorzio nisseno che lo gestisce; per come sa fare, se lo vuole, il “patron” Salerno quando si pone obiettivi strategici. Altre strade del tipo Galati-Enna sono insicure, a differenza di quella nostrana Caltanissetta-Enna.
– Non resta che l’angolatura della crisafulliana soc. a resp. lim. “Proserpina”. E’ un’azienda privata che ha diritto di svolgere la sua attività economica con augurabili guadagni. I loro soci si sono sempre mossi per note ragioni politiche. Hanno così aperto problemi che hanno valenza nazionale: i corsi universitari come vanno regolamentati e riconosciuti in ambito europeo? Il loro accesso in Italia deve restare a numero chiuso? La Formazione Superiore va soggetta al “filtro” ministeriale, o dettata da una sorta di libero mercato del Sapere? Domande che si ricavano da convinzioni politiche diffuse, fatte proprie da Proserpina S.r.l. Sono opinioni non condivise dal Governo Renzi, e manco dal Partito Democratico che anzi le osteggia in coerenza con la storia del centrosinistra. Chiarezza e serietà s’impongono, anche ad Enna che non è “una baronia rossa”, ma ci vive chi è soprannominato barone rosso.