Il decreto dell’«assessore» Vermiglio è visionabile tra i decreti dirigenziali» nel sito ufficiale dei Beni Culturali alla data del 19 luglio. Non risulta ancora pubblicato sulla GURS ma i sessanta giorni per l’eventuale impugnativa – è scritto – decorrono dalla pubblicazione nel sito istituzionale dell’Assessorato. Da notizie sommariamente assunte (limitate, visto il clima agostano) nella decisione assessoriale non c’è stato alcun partecipe coinvolgimento degli ambienti politici locali che quindi non hanno alcuna consapevolezza delle conseguenze del provvedimento.
Per gli effetti immediatamente visibili, questa innovazione comporterà lo sbilanciamento gestionale a favore della Regione giacché quattro dei cinque enti locali che sostengono economicamente il Parco (al contrario della Regione che non concorre) saranno derubricati all’insignificante ruolo “consultivo” in seno al riformato CdA. L’inevitabile risultato sarà quello di ridare fiato a quelle forze centrifughe – vedasi i recenti casi di Valguarnera ed Enna – che nei comuni pressano per uscire dall’Ente. E così, mentre all’Ars giace un disegno di legge sui “parchi minerari comunali”, ovvero il decentramento gestionale di queste esperienze, l’Assessorato ai Beni Culturali procede in direzione opposta, togliendo potere ai comuni che sin qui sono stati i protagonisti della sopravvivenza del Parco Minerario di Floristella.
Salvatore Di Vita