Venturino (deputato all’ARS di Piazza Armerina), se il grillino espulso è l’unico grillino felice

ANTONIO-VENTURINOIn questi giorni di calvario capitolino, ai grillini è toccato scoprire quanto amara può essere la politica. E quante quotidiane pene possa la suddetta riservare quando dalla comoda vita dell’opposizione, dove un coretto “onestà onestà!” può bastare, si passa a sporcarsi le mani nelle istituzioni, sperimentando tutto il repertorio di patimenti connessi. Improvvisamente dura la vita del grillino, nell’era di Virginia Raggi e compagni. Chissà se ci pensa mai, e con sollievo, quell’Antonio Venturino, primo eretico scomunicato del grillismo siciliano. E sì, in fondo basta guardare a lui, assiso sul suo scranno di vicepresidente vicario del Parlamento siciliano, per farsi sfiorare dal dubbio che l’unico grillino felice sia il grillino epurato.

Mentre la Raggi annaspa, mentre il direttorio s’agita, mentre gli aspiranti leader di domani fanno la conta dei fedelissimi, Antonio Venturino da Piazza Armerina non si cruccia. E sereno comunica dal suo ufficio di presidenza di Palazzo dei Normanni. Comunica un po’ su tutto, dispensando note quotidiane pregne di pragmatismo, loquacissimo lui che, prima di approdare all’Ars grazie al miracolo grillino, aveva fatto del silenzio un mestiere, essendo stato anche mimo. Altri tempi. Venturino, eletto coi 5 Stelle alle scorse regionali e ben presto finito altrove, oggi nel Nuovo Psi, ruppe con il Movimento per una questione legata alla rendicontazione delle spese, quelle che i grillini trattengono insieme ai 2.500 euro di stipendio che tengono per sé. Il resto va al Movimento. Non per il vicepresidente vicario dell’Ars, che s’è liberato di questo incomodo. Vicepresidente eletto proprio perchè grillino. La poltrona spettava al Movimento dopo l’exploit delle elezioni nelle quali i grillini furono primo partito. Sul secondo scranno di Sala d’Ercole così approdò Venturino. Quella poltrona i girllini l’hanno persa, Venturino se l’è tenuta stretta. Una signora poltrona, mica come quelle degli assessori, slegata dalle bizze dei rimpasti e dai capricci delle correnti. Con annesso l’ottimo trattamento economico, che s’avvicina ai diecimila euro netti grazie all’indennità aggiuntiva dovuta alla carica. Più l’auto, più i portaborse, più l’accesso a quei fondi riconosciuti all’ufficio di presidenza che si possono distribuire a confraternite, circoletti e affini.

Regna Venturino, felice. Senza i patemi d’una Raggi. Sereno, nella sua nuova casa del Psi, dove l’hanno spedito elettori che hanno messo la croce sul simbolo che vuol mandare a casa i vecchi partiti, alle volte le beffe del destino. “Noi non siamo mica stati eletti per perdere ore a rispondere su Facebook”, spiegava all’epoca del divorzio, quando a chi gli chiedeva dei 2.500 euro di stipendio rispondeva: “Come è possibile che un deputato della Repubblica guadagni di meno di un usciere di Montecitorio?”.

Già, non stava bene. E il problema fu risolto. E oggi, mentre i grillini s’accapigliano su comunarie e direttorio, l’ex grillino felice non deve sopportare le bizze del Movimento, non deve versare buona parte del suo stipendio per finanziare qualche ripida trazzera, non deve patire il trauma postinfantile del dover scegliere se vuole più bene a Di Maio o Di Battista, o sorbirsi i commenti di una Paola Taverna su ogni cosa, non deve adeguarsi ai diktat della Casaleggio associati pure per decidere da quale lato portare la riga dei capelli, lui che peraltro la riga non la porta. Vuoi mettere?


Salvo Toscano per Livesicilia.it