ASP Enna: nessun pericolo nell’ennese per il carbonchio

“Sono solo tre i casi accertati di allevamenti bovini affetti da antrace (carbonchio ematico), appartenenti a tre diverse aziende di Maniace, Bronte e Randazzo. I laboratori dell’area di Catania dell’Istituto Zooprofilattico hanno isolato il batterio e inviato i reperti delle analisi al Centro di referenza nazionale di Foggia (Ce.R.N.A.) che ha confermato questa diagnosi.

Il Direttore del Dipartimento Veterinario dell’ASP di Enna, dott. Ireneo Sferrazza, puntualizza quanto segue:
bovini-carbonchio“Alla data odierna, nel territorio di competenza di questa Azienda, non risultano registrate segnalazioni di casi clinici, sintomatologia o morti in animali riconducibili a carbonchio ematico. Gli ultimi casi registrati e regolarmente accertati risalgono al mese di ottobre dell’anno 2014 in esito ai quali si sono attuate le misure previste. Lo stesso focolaio infettivo, successivamente all’accertamento e all’adozione delle misure previste, non ha fatto registrare casi clinici riconducibili alla patologia in questione. Tale malattia , che interessa parecchie specie animali (ovini, caprini, suini, bovini, ecc) è causata dal Bacillus anthracis che è un germe che produce spore abbastanza resistenti e che restano vitali nel terreno e nei prodotti animali per diverso tempo. In ragione di ciò, eventuali casi sono trattati con le cautele e le misure previste dalle specifiche disposizioni. L’uomo può contrarre la malattia laddove dovesse venire a contatto con animali infetti e prodotti contaminati e, soprattutto, con le spore. La manifestazione più comune è quella cutanea che, correttamente diagnosticata, può essere tranquillamente trattata con gli antibiotici di elezione.
Ovviamente, il suggerimento che va dato come misura precauzionale per il consumatore è di non approvvigionarsi di alimenti di origine animale provenienti da circuiti non ufficiali.
Naturalmente, questa ASP , come misura di profilassi, ha già avviato la procedura per l’acquisizione di presidi immunizzanti da somministrare ad eventuali insediamenti produttivi ove questi siano stati individuati a rischio contaminazione.
È già stata disposta, inoltre, nel territorio di competenza, una più alta soglia di attenzione da parte del personale sanitario; ove si dovessero verificare casi, verranno prontamente disposte le misure sanitarie necessarie, in primis il sequestro degli allevamenti interessati. “